I farmaci a base di cannabis sintetica commercializzati nel mondo sono principalmente Dronabilon (conosciuto come Marinol) e Nabilone (Cesamet) che vengono prescritti per migliorare la qualità di vita di molti pazienti oncologici o malati di HIV.
Ma questi composti sono più o meno sicuri della marijuana? A chi possono offrire benefici e quando invece sono sconsigliati?
Leggete il nostro approfondimento per scoprirlo.
Le droghe sintetiche hanno la fama di essere piuttosto pericolose e imprevedibili, lo stesso accade per i cannabinoidi: quando si consumano quelli donati alla marijuana da madre natura difficilmente si avranno effetti collaterali gravi mentre le versioni sintetiche possono riservare brutte sorprese. Della pericolosità di questi prodotti abbiamo parlato in questo lungo articolo riguardante appunto i cannabinoidi di sintesi, non tanto diffusi in Italia come droga illegale ma conosciuti più che altro per le applicazioni farmacologiche.
Cannabinoidi sintetici: nascita e usi
Dietro alla creazione in laboratorio dei cannabinoidi sintetici c’è stata sicuramente una manciata di buone intenzioni, ovvero creare un’alternativa più facile da legalizzare e prescrivere dei misteriosi e imprevedibili THC e CBD presenti nelle infiorescenze di cannabis. Questa era in teoria la speranza dei primi studiosi, ma per molti anni è stato impossibile ottenere cannabinoidi sicuri e questi progetti non hanno fatto altro che stimolare la curiosità dei consumatori di provare questi potenti cannabinoidi di laboratorio in modo illegale e decisamente poco sicuro (perché presto sono entrati nel mercato nero degli stupefacenti come alternativa alla cannabis naturale con il nome di Spice o Black Mamba).
Ebbene gli alter ego sintetici della marijuana hanno effetti altamente imprevedibili e piuttosto potenti, sono evidentemente più difficilmente gestibili dall’organismo e suscitano vere e proprie reazioni avverse e squilibri nel sistema endocannabinoide. Per questi motivi l’uso di essi come sostanze ricreative dovrebbe essere sconsigliato se non vietato.
Diversa la situazione quando si parla di terapie medicali a base di cannabinoidi sintetici, che devono essere assunte in casi specifici e sotto stretto controllo medico. Il mercato propone due cannabinoidi sintetici per uso terapeutico: il dronabinol (registrato come Marinol in USA e prodotto anche in Germania) e il nabilone (derivato sintetico del delta-9-THC registrato negli USA con il nome commerciale di Cesamet e molto usato per il trattamento della nausea e del vomito nei pazienti in chemioterapia antitumorale; non è in commercio in Italia ma può essere importato legalmente).
Come ottenere i farmaci a base di cannabinoidi sintetici
L’Italia non fornisce né produce questo tipo di farmaci che però sono stati entrambi approvati per il trattamento della nausea e del vomito nei pazienti sotto trattamenti chemioterapici antitumorali ma anche per gestire l’inappetenza ed evitare l’anoressia nei malati di AIDS. Come abbiamo anticipato i farmaci possono essere importati dall’estero (in base alle procedure specificate nel D.M. dell’11 febbraio del 1997).
Ovviamente si possono ottenere solo previa prescrizione medica e il prescrittore deve compilare la richiesta di importazione del farmaco tramite un apposito modulo da inviare all’Ufficio Centrale Stupefacenti che avrà il ruolo di rilasciare un “nulla osta” dopo approfonditi controlli. A questo punto è la farmacia ospedaliera che deve contattare le aziende straniere che producono il farmaco da importare.
I tempi di attesa (se il farmaco è disponibile all’origine) sono solitamente abbastanza lunghi, solitamente c’è bisogno di almeno un mese. Per quanto riguarda i costi è importante sapere che sono a carico delle Asl solo quando vengono erogati e usati in ambito ospedaliero, altrimenti diventano a carico del paziente in questione.
Dronabilon e Nabilone: caratteristiche e indicazioni terapeutiche
Dronabilon (o Marinol) e Nabilone (Cesamet) sono farmaci sintetici che nascono per emulare e replicare il noto cannabinoide psicoattivo THC. Diversi paesi, tra cui Stati Uniti, Germania e Australia li hanno completamente legalizzati; Il Marinol si presenta in capsule da diverse concentrazioni (2,5mg, 5mg o 10mg di THC) sospesi in olio; invece i Cesamet viene distribuito in capsule gastroresistenti dal colore bianco e viola.
La Food and Drug Administration (FDA) ha approvato il dronabilon e il nabilone negli Stati Uniti per il trattamento di due specifiche condizioni: la sindrome da deperimento (associata alla comprovata presenza di HIV/AIDS che spesso porta ad una pericolosa perdita dell’appetito, a cambiamenti metabolici e malassorbilmento) e la presenza di nausea/vomito indotti da cure a base di chemioterapici (l’assunzione può essere utile per evitare la riduzione dell’appetito e migliorare l’alimentazione di questi pazienti fortemente debilitati).
Come le terapie a base di THC naturale anche questi prodotti sintetici sono però noti per essere utilissimi anche contro i dolori reumatici nelle patologie autoimmuni (come l’artrite reumatoide e la fibromialgia) ma anche per la loro capacità di migliorare le condizioni di vita dei pazienti affetti da malattie come SLA e sclerosi multipla soprattutto per quanto riguarda la gestione del dolore cronico.
Controindicazioni del Dronabilon e del Nabilone
Questi farmaci a base di THC sintetico sono generalmente ben tollerati se assunti entro i dosaggi limite di prescrizione. Gli effetti collaterali più frequentemente manifestati sono aggravamenti di preesistenti patologie psichiatriche o alterazioni psicologiche (insorgenza di ansia e paranoia) e sono solitamente correlati all’assunzione di alti dosaggi.
Altri effetti collaterali (per fortuna molto più rari) sono gravi reazioni allergiche (capogiri, alerazioni del derma, prurito, difficoltà respiratorie) oppure convulsioni. In generale quelli a base di cannabinoidi sintetici vengono considerati trattamenti a spettro ridotto rispetto a quelli a base di cannabis terapeutica (che presentando un’ampia varietà di cannabinoidi e fitoterapici si dimostrano generalmente più efficienti nel complesso).