Il disturbo da stress post traumatico è un problema che colpisce coloro che hanno subito un forte trauma e non riescono a superare psicologicamente lo shock. Essendo incapaci di elaborare l’esperienza negativa sviluppano una forma d’ansia grave che spesso si manifesta con sintomi fisici, temporanei o cronici. Diversi studi hanno ipotizzato che il CBD possa aiutare nella gestione dei sintomi da PTSD, vediamo cosa dicono gli esperti.
Prima di parlare degli effetti dei cannabinoidi su chi è affetto da questa patologia cercheremo di definire le caratteristiche del disturbo da stress post traumatico, comunemente identificata con la sigla PTSD: Post Traumatic Stress Disorder. Questa sindrome viene identificata dagli specialisti americani alla fine degli anni settanta, quando l’American Psychiatric Association decide di inserirla nel proprio manuale diagnostico per identificare il danno psicologico riportato dai militari reduci della guerra in Vietnam. Sono però molti i tipi di shock che possono indurre questo tipo di reazione, quelli maggiormente citati sono i vissuti di guerra, le torture, gli stupri e le catastrofi naturali. Anche la serie di sintomi provocati dall’esposizione allo shock è molto vasta, generalmente l’evento traumatico tende a rimanere costantemente impresso o a riaffiorare periodicamente creando panico, depressione e squilibrio mentale. Chi soffre di questo disturbo è portato ad emarginarsi e vivere ai margini della società, un po’ perché i comportamenti di chi è in stato di shock non vengono socialmente accettati e un po’ perché tagliare i contatti umani aiuta a limitare gli input che scatenano il riemergere del trauma.
Questa sindrome, formulata per identificare e quindi risarcire i disturbi dei veterani di guerra statunitensi, oggi è una delle condizioni per la quale negli USA viene prescritta la cannabis terapeutica ma recentemente anche il Ministero della Sanità italiano lo ha identificato come problematica sanitaria che rende possibile la prescrizione di terapie a base di cannabinoidi.
CBD e cannabis contro i sintomi di PTSD?
Perché la cannabis dovrebbe aiutare chi è affetto da questa sindrome? E quali sarebbero i benefici di un consumo terapeutico di cannabis per chi ha subito uno shock? Il cannabidiolo (o CBD) è un composto non psicoattivo che viene estratto dalla cannabis e che offre molti potenziali benefici per la salute psico-fisica. In questo articolo abbiamo raccontato come venga consigliato da tanti esperti per la cura o la gestione dell’ansia, esistono inoltre moltissimi studi che identificano con il consumo regolare di CBD un miglioramento dello stato d’umore di chi soffre di stati depressione, insonnia, attacchi di panico, spasmi muscolari… tutte sintomatologie caratteristiche dello stress post traumatico.
Numerosi studi hanno dimostrato infatti che la cannabis e soprattutto il cannabidiolo siano molto efficaci per ridurre e tenere sotto controllo lo stato d’ansia e di paura che spesso attanaglia queste persone, con effetti molto più incisivi di quanto lo siano altre tipologie di farmaco (come antidepressivi e ansiolitici) soprattutto nel lungo periodo.
Ma come agisce la cannabis su questi disturbi? I cannabinoidi interagiscono con il sistema endocannabinoide naturalmente presente nel corpo umano e rilasciano sostanze che alleviano i sintomi psicologici e donano una certa pace e tranquillità. In particolare le ricerche moderne hanno evidenziato che chi soffre di questo disturbo presenta generalmente una produzione carente di anandamide (un composto cannabinoide endogeno e un mediatore lipidico). Questa sostanza viene quindi compensata dall’introduzione di cannabinoidi, ripristinando l’equilibrio interno e facilitando la ripresa fisica e mentale.
CBD come aiuta la regolazione emotiva
Il CBD ha tante doti, una di queste è quella di influenzare in modo significativo il modo in cui conserviamo i ricordi e quindi come reagiamo ad essi. In una situazione normale un ricordo negativo dopo un certo periodo di tempo viene identificato come non pericoloso e superato, certamente continua a provocare una sensazione negativa quando ci torna in mente ma non venendo identificato come appartenente al tempo presente non scatena risposte adattive particolari. Subentra uno stato patologico quando il suddetto ricordo continua a ripresentarsi come attuale e porta la persona a percepire un costante senso di pericolo. Il cannabidiolo può essere un potenziale trattamento per il PTSD e altri disturbi incentrati su questo tipo di memorie negative traumatiche perché secondo gli studi più recenti può influenzare le emozioni suscitate dai ricordi e come conserviamo questi ultimi. In pratica i cannabinoidi, oltre a evocare sensazioni piacevoli che aiutano a sentirsi tranquilli, bloccano il recupero della memoria traumatica e limitano la rievocazione non consapevole del momento traumatico.
Come potrete immaginare questo tipo di azione del cannabidiolo è preziosissima per chi soffre di PTSD e il cannabinoide viene quindi a ragione considerato la nuova frontiera per la cura e il superamento di molte patologie psicologiche derivanti da un trauma o da un vissuto doloroso, molti studi indicano infatti il CBD come il futuro farmaco d’elezione per questi soggetti traumatizzati.