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Le NON motivazioni del parere del Consiglio Superiore della Sanità

L’Italia, ancora una volta si distingue. No, non è una notizia piacevole quella che abbiamo avuto oggi. Mentre nell’aria c’era grande soddisfazione (e speranza) in seguito al via libera definitivo appena arrivato in Canada alla legge che consentirà la vendita, l’uso e la coltivazione legale di Cannabis, l’Italia ha trovato nuovamente il modo di smorzare gli entusiasmi. Il Canada è stato il primo stato tra i grandi paesi del G7 a legalizzare la marijuana a scopo ricreativo. Evidentemente il messaggio positivo arrivato da oltreoceano non è passato nel Bel Paese, dove il Consiglio Superiore di Sanità ha appena inviato una raccomandazione al governo nel quale suggerisce che venga vietato il commercio delle infiorescenze di canapa a contenuto legale di THC a tutela dei consumatori da possibili rischi per la salute. Cerchiamo dunque di capire cosa esattamente sostiene il CSS in questo documento e cosa possono implicare le sue parole.

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Il parere del Css arriva a seguito di una richiesta che era stata avanzata in merito alla questione della legalizzazione della Cannabis Light dalla Ministra Lorenzin diversi mesi orsono. Al Consiglio era stato chiesto se la Cannabis a basso contenuto di THC potesse avere comprovati effetti negativi per la salute dei consumatori e se ne dovesse essere vietata quindi la vendita.

La risposta del Consiglio è arrivata dopo diversi mesi ed è decisamente discutibile, poiché sostenuta da motivazioni talmente blande da sembrare surreali. Si dichiara che non è esclusa la possibilità che su alcuni soggetti (come anziani, madri in allattamento o persone con patologie particolari) l’utilizzo di Cannabis Light possa avere effetti negativi per la salute e per questa motivazione (se tale può definirsi)  l’organo consultivo raccomanda “che siano attivate, nell’interesse della salute individuale e pubblica e in applicazione del principio di precauzione, misure atte a non consentire la libera vendita dei suddetti prodotti“.

La prima questione da chiarire è questa: un parere del Consiglio della Sanità non è Legge. Per dichiarare fuori legge vendita e utilizzo della Cannabis Light sarebbe necessario un intervento del Ministero della Salute.

Punto secondo, le parole del Consiglio non sanciscono in alcun modo la pericolosità della Cannabis ma semplicemente dichiarano di non poter escludere che lo siano per alcune categorie di individui (per capirci come la cioccolata per i diabetici, quella sì che è pericolosa).

Inoltre un’altra considerazione esposta nel documento riguarda la biodisponibilità di THC anche a basse concentrazioni che, secondo il Css “non è trascurabile, sulla base dei dati di letteratura. Thc e altri principi attivi inalati o assunti con le infiorescenze di cannabis sativa possono penetrare e accumularsi in alcuni tessuti, tra cui cervello e grasso, ben oltre le concentrazioni plasmatiche misurabili“. In pratica il Consiglio si preoccupa per la presenza di THC e definisce rischiosa anche la percentuale che la Legge attuale e anni e anni di studi scientifici hanno sancito invece come limite per la non nocività della suddetta sostanza psicoattiva. 

Il documento poi sottolinea come la mancanza di controllo sulle quantità effettivamente assunte dai cittadini rendano queste sostanze ancora più pericolose, dimenticando che in circolazione si trovano prodotti potenzialmente tossici come alcolici e sigarette (il cui possibile effetto nocivo è più che dimostrato ma che non sono comunque state ancora bandite perché qualcuno potrebbe consumarle in modo esagerato fino a farsi del male). 

In pratica questo documento è una cascata di incongruenze e prese di posizione politiche che non trovano senso logico. Ricordiamo comunque che cos’è il Consiglio Superiore di Sanità: nient’altro che un organo di nomina politica che è stato nominato da nientemeno che la nota Ministra proibizionista Lorenzin e che è tutt’ora in carica nonostante il cambio di governo.

A voi le conclusioni e a noi non rimane che fare di questo “parere” del  Consiglio Superiore di Sanità ciò che più ci pare consono e, dopo una bella risata liberatoria, ci rimettiamo al lavoro, per portare avanti il nostro business e coltivare la nostra passione senza dare troppo peso a parole così prive di significato.

POST SCRIPTUM
All’indomani della raccomandazione del CSS il Ministro della Salute ha rilasciato una dichiarazione molto netta, definendo quanto sostenuto dal Consiglio Superiore della Sanità “una conclusione un po’ forte, visto che si tratta di un principio di precauzione e comunque di una quantità di sostanza attiva molto bassa” e tranquillizzando consumatori e imprenditori del settore sottolineando che “non c’è la chiusura dei canapa shop, casomai una loro regolamentazione”.

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