Nonostante l’Arizona abbia legalizzato la cannabis medica già nel 2010, alcune autorità locali hanno di frequente trattato estratti e concentrati come sostanze stupefacenti, provocando arresti nei confronti di pazienti con regolare prescrizione.
Lo scorso martedì, il tribunale dell’Arizona ha giudicato in maniera unanime gli estratti e i concentrati di cannabis legali a tutti gli effetti.
In una dichiarazione scritta si legge: “La definizione che il Trattato sulla Cannabis Medica dell’Arizona attribuisce al prodotto legale è valida sia per il fiore essiccato, che per le resine, incluso l’hashish.”
Nel 2013 la polizia della Contea di Yavapai arrestò Rodney Christopher Jones accusandolo di possesso di 1,4 grammi di hashish, sebbene avesse mostrato immediatamente la propria tessera di affiliazione per l’acquisto di marijuana medica.
L’anno successivo, Jones venne processato e condannato a 2 anni e mezzo di prigione per possesso di stupefacenti. Durante il periodo di reclusione presentò ricorso e nel 2018, dopo essere già stato rilasciato, la Corte d’Appello dell’Arizona confermò la sua condanna in una sentenza 2-1.
La legge dello stato attualmente definisce la cannabis medica come “i fiori essiccati della pianta di marijuana, e qualsiasi miscela e preparazione ricavata”. Mentre la maggior parte delle giurisdizioni dell’Arizona hanno interpretato e applicato la legge includendo concentrati ed estratti, gli ufficiali di Maricopa e Yavapai hanno deciso diversamente. Le autorità di queste due contee infatti hanno trattato i concentrati di cannabis come vere e proprie sostanze stupefacenti e denunciato e processato i pazienti regolarmente in possesso di certificato medico, come accaduto a Jones.
La Corte Suprema ha però fortunatamente messo a tacere l’indole proibizionista delle due sopracitate contee dichiarando che per “marijuana medica” si intendono tutte le parti della pianta. “La parola TUTTO, una delle parole più complete delle lingua inglese, significa esattamente quello” hanno sottolineato i giudici.
Demitri Downing, il fondatore e direttore dell’Arizona Marijuana Industry Trade Association, ha rivelato che tanti pazienti, temendo una sentenza della corte molto meno liberale, si siano recati in massa presso i dispensari per fare scorta di concentrati ultra potenti.
Alcuni di loro con alta tolleranza agli effetti della cannabis, preferiscono gli estratti e i concentrati proprio per la loro intensità. Questi prodotti possono infatti sfiorare il 90% di THC, mentre il semplice fiore essiccato di norma rimane tra il 15% e il 20% di principio attivo.
Altri pazienti, specialmente coloro che sono impossibilitati a fumare per motivi di salute, fanno affidamento sugli estratti da vaporizzare.
“La Corte ha fatto un ottimo lavoro. La sentenza di oggi permette ai pazienti di non temere più ripercussioni e procedimenti penali per l’utilizzo della medicina che li aiuta a stare meglio” si legge in una dichiarazione rilasciata dall’ACLU (American Civil Liberties Union).