I concentrati di cannabis sono prodotti antichi, in uso da centinaia di anni in molte parti del mondo. Sono famosi per la loro efficacia che si basa sul fatto che contengano alte concentrazioni di cannabinoidi e terpeni, in quantità molto maggiori rispetto a quelle naturalmente presenti nelle infiorescenze di cannabis. Vediamo insieme le particolarità di questo prodotto e quali sono le tipologie più diffuse tra quelli con e senza solventi.
La cannabis contiene naturalmente nei propri fiori cannabinoidi e terpeni: quando queste sostanze vengono separate dal fiore, raccolte e unite in un solo prodotto nascono i concentrati. In Italia come nel resto del mondo sono tantissimi gli appassionati di queste tipologie di prodotti a base di marijuana detti anche estratti. Ovviamente il mercato è piuttosto florido e propone numerose varianti di concentrati che hanno caratteristiche piuttosto differenti tra loro. Si parla di intensità, tipologia di consumo, consistenza ma anche di sapore/aroma… contemporaneamente c’è anche possibilità di scelta relativa a concentrati estratti naturalmente (in modo prevalentemente meccanico) o con l’utilizzo di solventi.
Il principio della concentrazione
I concentrati di cannabis sono veri e propri accumuli di cannabinoidi e terpeni, il meccanismo di base per ottenerli è separare dal resto della pianta i tricomi, ovvero quei piccoli cristalli che ricoprono le infiorescenze e sono resinosi. Visti da vicino con una lente appaiono come funghetti, protuberanze che si trovano sulla superficie del fiore e che sono molto ricche di THC e altri cannabinoidi. Sono ciò che compone la parte appiccicosa e resinosa della cannabis, quella che quando si tocca un fiore si attacca alle dita per intenderci. Questa materia una volta isolata dal resto della pianta, raccolta e trattata è alla base dei concentrati.
Concentrati senza solventi
I concentrati senza solventi sono ovviamente prodotti senza l’uso di intermediari chimici (esclusa l’acqua che non viene giustamente considerata come solvente in quanto presente naturalmente nella pianta e totalmente innocua), ma vengono raccolti meccanicamente e/o grazie al riscaldamento del fiore. Sono giustamente considerati prodotti più puri e salutari rispetto a quelli prodotti con l’utilizzo di solventi.
Concentrati con solventi
Un solvente è un liquido in grado di portare a forma liquida un solido al contatto. Quando si produce un concentrato con l’ausilio di un solvente questo viene poi definito estratto. Solitamente si utilizzano butano, alcol, propano più raramente CO₂ e a seconda del solvente usato si possono ottenere concentrati di consistenze molto diverse tra loro. In molti casi il composto chimico aggiunto per l’estrazione viene rimosso con procedure particolari di “purga” e pulizia.
Tipi di concentrati
Come abbiamo detto i tipi di concentrati (senza solventi o estratti) sono parecchi, ecco quali sono quelli che troverete più comunemente in circolazione.
Hashish
È la forma di concentrato di cannabis per eccellenza e da essa ne derivano tante altre trattate e rielaborate. Se prodotta in modo tradizionale è priva di solventi, infatti si ottiene per rimozione meccanica dei tricomi (ne abbiamo parlato in modo approfondito in questo articolo).
Charas e Kief
Similmente all’hashish viene prodotto anche il charas, strofinando le cime con le mani e raccogliendo la resina appiccicosa che vi si attacca; poi c’è kief che si mette insieme con setacciatura a secco (abbamo parlato del kief e del suo rapporto con l’hashish in questo articolo). Ovviamente questi prodotti contengono materiale vegetale non richiesto, proprio perché nascono con metodi piuttosto artigianali ma sono senza dubbio le forme migliori in quanto a qualità tra i concentrati.
Full Melt
Prodotti più elaborati che da molti sono considerati altamente validi sono i full-melt, che vengono creati utilizzando acqua ghiacciata per separare i tricomi dagli scarti dopo averli setacciati meccanicamente.
BHO
Tra gli estratti ottenuti con solventi sono invece comuni il BHO, olio ottenuto con estrazione a butano e poi rielaborato in cera (wax), simil-vetro (shutter) o altre consistenze per diversi metodi di consumo.
Live Resin
Il live resin è un metodo d’estrazione particolare che da ottimi risultati in quanto a concentrazione di terpeni e si articola più o meno come quello del BHO (o con l’utilizzo di altri solventi), ma partendo da fiori congelati.
Rosin
Questo metodo invece utilizza calore e pressione meccanica per raccogliere la resina, è piuttosto semplice e si può fare tutto in casa con l’utilizzo di una pinza calda per capelli. Ovviamente più il processo sarà professionale e migliore sarà il prodotto in termini di purezza e concentrazione.