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Tutta la verità sul paradosso della Cannabis terapeutica in Italia

Le virtù terapeutiche della Cannabis sono sempre più centrali all’interno del dibattito scientifico. Un numero ogni giorno maggiore di studi ne confermano l’applicabilità medica per un grandissimo numero di patologie che non risponde positivamente alle cure farmacologiche e ai trattamenti tradizionali.

L’autorevole European Journal of Internal Medicine ha recentemente pubblicato uno speciale dedicato all’analisi delle proprietà farmacologiche e mediche della Cannabis, chiedendo a gran voce che i derivati di questa pianta così versatile vengano definitivamente accettati e considerati dalla medicina moderna, com’è loro diritto. Il concetto è chiaro: una volta dimostrata con evidenza scientifica l’efficacia dell’utilizzo della Cannabis in medicina, non dovrebbero esserci ostacoli ad inserire queste tipologie di prodotti nella categoria dei medicinali e rendere quindi la Cannabis un farmaco prescrivibile e facilmente reperibile per coloro che necessitano di questi specifici prodotti. Non dovrebbero esserci ostacoli e invece ci sono eccome.

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Cannabis Terapeutica e le evidenze scientifiche

Ma prima di sollevare polemiche torniamo ai dati analizzati dall’illuminante studio di cui abbiamo parlato e prendiamo nota di un po’ delle conclusioni tratte dall’European Journal of Internal Medicine. Partiamo con una panoramica su chi secondo gli studi sarebbero i beneficiari di questa particolare strategia terapeutica: principalmente coloro che soffrono di dolori cronici o i pazienti oncologici specialmente durante i trattamenti chemioterapici.

Uno degli studi più significativi citato dall’EJIM rivolto ai pazienti oncologici riporta un’evidenza importante, ovvero che l’assunzione di Cannabis allevia il dolore e migliora l’appetito e la qualità del sonno in questa tipologia di pazienti. La raccolta dati si è svolta su un campione di 2970 pazienti oncologici che per il 97% hanno confermato di percepire in seguito al trattamento un significativo beneficio.

Non secondario è anche la conseguente riduzione di utilizzo di altri farmaci potenzialmente molto più nocivi e con un alto tasso di controindicazioni, nello specifico stiamo parlando degli oppiacei, farmaci antidolorifici che creano una forte dipendenza e hanno effetti collaterali pericolosissimi, come la depressione respiratoria.

Cosa dice la legge italiana sulla Cannabis ad uso medico

Da oltre 10 anni in Italia è possibile ottenere prescrizione per preparazioni a base di Cannabis per uso medico, ma anche questa volta tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare… o l’oceano in questo caso. Il Testo Unico sulle droghe 309 del 1990 autorizza la coltivazione di Cannabis Medica previa autorizzazione di un organismo nazionale ad hoc mentre dal 2007 è possibile importare alcuni preparati a base di cannabis riconosciuti dalla legge (come Bedrocan e Bediol) mentre lo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze si occupa della produzione di infiorescenze per le preparazioni galeniche mediche interne.

Il Decreto ministeriale del 9 novembre 2015 prevede la prescrizione di Cannabis Medica per le seguenti patologie: dolore cronico e dolore associato a sclerosi multipla; in caso di lesioni del midollo spinale; per contrastare nausea e vomito dovuti a terapie radio e chemioterapiche, terapie per HIV; come stimolante dell’appetito per cachessia, anoressia, pazienti oncologici o affetti da AIDS; per l’effetto ipotensivo nel glaucoma; la sindrome Gilles de la Tourette».

Curarsi con la Cannabis Terapeutica: le reali difficoltà per i pazienti

Sebbene quindi esista la possibilità di ottenere legalmente Cannabis a scopo medicale in Italia e sebbene sia possibile per i medici effettuare una prescrizione per alcune tipologie specifiche di pazienti, non essendo la Cannabis un farmaco riconosciuto e accettato comunemente dalla medicina classica, spesso si arriva ad ottenere la prescrizione dopo il fallimento di tutte le terapie tradizionali, dopo anni di sofferenza del paziente e quando la situazione del malato è fortemente degenerata.

Ma non è finita qui, perché una volta ottenuta la prescrizione c’è un secondo muro da superare ovvero procurarsi il farmaco, infatti attualmente la fornitura offerta legalmente dal Ministero della Salute è assolutamente insufficiente per coprire il fabbisogno nazionale. La Cannabis FM-2, si chiama così la cannabis medica made in Italy che viene prodotta dall’Istituto Farmaceutico Militare di Firenze (con tetraidro-cannabinolo tra 5 e 8% e cannabidiolo tra 7,5 e 12%), scarseggia regolarmente e sempre più persone sono obbligate a ricorrere all’utilizzo di Cannabis Light (che ha però livelli di THC molto contenuti rispetto alla Cannabis terapeutica e quindi un’efficacia minore per molte patologie) oppure addirittura ad acquistare nei casi più disperati Cannabis (non controllata) da spacciatori.

Questa è la realtà del problema sanitario che affligge milioni di malati in tutta Italia, un’incongruenza gravissima che ignora studi clinici, evidenze scientifiche e richieste di medici e pazienti.

Noi di CBWeed continueremo a parlare di Cannabis sperando che anche questo paradosso ottenga presto l’attenzione e la risoluzione che merita.

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