Se il suolo che avete usato per la vostra ultima coltura di cannabis vi ha soddisfatto e non ha dato problemi per tutte le fasi di crescita della pianta vi consigliamo di non buttarlo ma rimetterlo a nuovo per risparmiare molto e sapere di avere un buon prodotto tra le mani. Infatti non è necessario comprare un nuovo terriccio ad ogni nuovo raccolto, è molto conveniente invece rivitalizzare e riciclare il terreno già usato.
Bisogna considerare che al momento della raccolta il terreno non è al top delle sue capacità nutritiva, anzi è stato abbastanza spremuto e sfruttato dalle vostre piante che hanno usato i suoi ricchi nutrienti per generare infiorescenze sane e corpose. Per quanto riguarda azoto, calcio, magnesio e altre sostanze importanti risulterà impoverito, e andrà quindi rimpolpato di nutrienti, in compenso la sua struttura sarà morbida e penetrabile al punto giusto diversamente da quella nuova conservata nei sacchi, ecco tutti i passaggi per riabilitare il terreno di coltura e renderlo sicuro e fertile.
Quale terreno si può rivitalizzare?
Per prima cosa non tutti i terricci possono essere riutilizzati grazie alla rivitalizzazione: è necessario aver acquistato e usato un prodotto completamente organico e sterilizzato. Secondariamente è molto importante che durante il primo raccolto il suolo non abbia avuto problemi di parassiti, funghi e altri pericolosi patogeni, se si è dimostrato un terreno sano e anche produttivo allora vale la pena salvarlo e usarlo nuovamente. Se si è manifestato un prodotto scarso o si è “ammalato” meglio gettarlo e acquistarne uno nuovo di pacca. Una miscela qualitativa e bilanciata garantisce una resa molto buona nel tempo e mantiene almeno in parte le proprie qualità iniziali, ma in ogni caso la quantità di terreno a fine raccolto è sempre più scarsa di quella iniziale quindi dovrete aggiungere ad essa un po’ di terriccio nuovo e anche un booster di nutrienti.
Fasi della rigenerazione del terriccio
Ecco come dovrete procedere per rendere il vostro suolo usato come nuovo: fertile e sicuro per la crescita di nuove piante di marijuana.
Estrazione e lavorazione del terriccio
Per prima cosa dovrete prelevare il terriccio usato dai contenitori in cui si trova, ammorbidirlo con una lavorazione intensa e allentarlo per permettere alle piccole radici delle nuove piantina di trovare un terreno di crescita soffice e accogliente. Rimuovete sassi e detriti e purificatelo da elementi estranei il più possibile. Ovviamente ne fare questi passaggi osservate la terra e valutate eventuale presenza di parassiti.
Sterilizzazione del terreno
Per i professionisti la prassi per scongiurare l’insorgenza di patologie e infestazioni è sterilizzare con il vapore il terreno usato prima di riutilizzarlo. Esistono potenti macchinari per farlo ma sono molto costosi, per replicare la sterilizzazione in modo casalingo, sarà sufficiente lavarlo con acqua bollente, lasciarlo asciugare bene al sole in ambiente areato e poi trasferirlo in sacchi di plastica. Questi contenitori andranno esposti al sole per almeno 10 giorni, si dovranno scaldare ben bene e in questo modo eventuali patogeni isolati al caldo all’interno del pacco verranno eliminati.
Rivitalizzazione del terriccio
Ora avrete tra le mani un terriccio praticamente “morto” ovvero privo di microrganismi vitali, dovrete quindi ripristinare il normale equilibrio del suolo riportandovi la vita, ma solo per tutte quelle creature e quegli elementi utili ad alimentare le vostre piante. Il ripristino della micro-vita nel terreno si attua usando un rinvigorente naturale come il compost domestico (qui troverete tanti consigli per creare il vostro compost casalingo biologico) oppure acquistare del vermicompost bio da un qualsiasi negozio specializzato in prodotti per il giardinaggio. Dovrete aggiungere al terreno usato anche un po’ di nuovo terriccio, sceglietelo di buona qualità e calcolate almeno un’aggiunta di ¼ di prodotto nuovo sul totale usato.
Ecco che il vostro terriccio riciclato è perfetto per accogliere le vostre nuove piante di cannabis e sostenere un ulteriore ciclo di produzione di infiorescenze.