Coltivare Cannabis Light

CO2 per coltivare la cannabis: pro e contro

Siete curiosi di sapere perché molti coltivatori professionisti usino la CO2 per crescere la cannabis, in questo articolo vogliamo approfondire le vostre conoscenze su questo gas (comunemente chiamato anidride carbonica) e sulle tecniche per utilizzarlo in agricoltura per stimolare il raccolto di cannabis.

Qualsiasi coltivatore di cannabis sa che la luce, l’acqua e i nutrenti sono la chiave per generare ottime infiorescenze. Ci si concentra tanto su luce e concimi, nonché sulla regolazione del PH dell’acqua ma si trascura il fatto che le piante coltivate al chiuso possono soffrire una carenza di anidride carbonica.

La CO2 è un gas inerte, inodore ed incolore, naturalmente presente in atmosfera in concentrazioni limitate, è fondamentale nella fotosintesi clorofilliana, le piante non potrebbero sopravvivere senza! Infatti è grazie ad essa e alla luce che vengono prodotti i nutrienti necessari alla crescita della pianta.

Vantaggi dell’uso di CO2 per coltivare cannabis

Normalmente le piante trovano anidride carbonica nell’aria che le circonda, non hanno bisogno di dosaggi implementati di questa sostanza, nell’ambiente se ne trova generalmente una concentrazione di circa 300 – 400 ppm e alle piante ne bastano circa 200 per crescere e sopravvivere. Ma durante alcune fasi dello sviluppo la presenza di livelli maggiori aiuta a dare risultati eccellenti, soprattutto per quanto riguarda la fioritura nelle colture al chiuso dove c’è poco ricambio d’aria naturale.

Ecco quindi che irrorare l’aria della vostra grow box o grow room di CO2 potrebbe essere la chiave per godere di un processo di crescita implementato e dei risultati in fioritura di una pianta forte, robusta e sana dotata di steli resistenti. Inoltre le vostre creature saranno poco inclini ad ammalarsi, maggiormente resistenti alle oscillazioni di temperatura e agli ambienti molto caldi (problema comune delle grow room). Il risultato? Un aumento del raccolto decisamente notevole, come minimo del 20% e una fioritura più rapida.

Controindicazioni dell’uso di CO2 nella coltivazione di cannabis

Ovviamente l’utilizzo di CO2 è una tecnica preziosa ma da gestire con attenzione perché aumentare questo gas potrebbe comportare qualche controindicazione. Infatti livelli troppo alti di anidride carbonica possono scatenare un effetto inverso e ridurre le capacità di fotosintesi della cannabis e quindi rallentare o addirittura bloccare il suo sviluppo.

Come regolare i livelli di CO2 nella grow box e grow room?

Non è affatto difficile dosare l’anidride carbonica, infatti basta utilizzare dei controller (analogici o digitali), che sono creati per monitorare i livelli di CO2 nell’aria. Sono strumenti non troppo costosi e abbastanza precisi che sono assolutamente necessari quando si decide di implementare artificialmente il livello di questo gas.

L’idea è mantenere temperature attorno ai 26-28 °C e non oltre perché l’immissione di CO2 potrebbe scaldare l’atmosfera, la somministrazione dovrebbe essere concentrata nelle ore di luce perché con il buio non c’è assorbimento da parte della pianta, inoltre assicuratevi di avere una buona ventilazione ma non troppo ricircolo d’aria verso l’esterno o il gas andrà disperso.

Nonostante sia di grande beneficio soprattutto nelle prime fasi della fioritura, l’addizionamento di CO2 dovrebbe comunque perdurare per tutto il ciclo di vita della pianta. Poi ricordate che ogni ambiente di coltivazione non dovrebbe superare i 1200 ppm o l’ambiente della grow box diventerebbe tossico per la pianta.

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