Già in passato le grandi aziende che gestiscono le più grandi piattaforme di social media come Facebook, Instagram e anche piattaforme di acquisto come Google Play o l’Apple Store avevano tentato di mettere al bando tutto ciò che riguardava la canapa e i suoi derivati. Ebbene, sono recentemente tornati all’assalto, eliminando e bloccando tutto il materiale che citasse la Cannabis, nonostante l’enorme aumento del mercato che si è visto nell’ultimo periodo.
Tutto ciò ha lasciato le aziende a bocca asciutta dal punto di vista pubblicitario: al giorno d’oggi, infatti, i social media sono i primi strumenti utilizzati per la pubblicità. Sono numerosissime le società che si sono viste le pagine Facebook ufficiali cancellate o le pagine Instagram bloccate: i termini “cannabis”, “marijuana”, tutte le immagini che contengono fiori sono state eliminate e segnalate alle piattaforme. Migliaia di followers persi equivalgono a centinaia di possibili consumatori che non vengono più raggiunti dalle informazioni giuste.
Ci sono alcuni social media, come Twitter, per esempio, che ancora non sono saltati sul treno di blocchi in massa, e sembra che per il momento quella dell’uccellino blu sia la piattaforma più aperta nei confronti della pianta del momento.
Allo stesso momento stanno nascendo alcuni social media che si concentrano esattamente su questo, evitando quindi di passare per le aziende proprietarie che stanno facendo passi indietro nel tempo, invece che avanti.
Ora la domanda che sorge spontanea è: considerando gli sviluppi che si stanno lentamente ottenendo dal punto legislativo in tutto il mondo sulla legalizzazione della Cannabis, perché le grandi società hanno deciso di ricominciare a censurare quelle pagine che cercano di proporre i propri prodotti come un qualsiasi e-shop?