La notizia arriva direttamente dai Caraibi, dove David Alki, erede dell’azienda Coca-Cola, e due suoi amici e compagni di business sono stati fermati dalla polizia di Saint Kitts, con un carico di circa 5.000 piante di cannabis, dal valore complessivo di circa 900.000 sterline. Il magnate è stato arrestato all’aeroporto Robert L. Bradshaw International. Gli agenti della dogana hanno scoperto il contenuto dell’aereo durante un controllo prima della partenza prevista.
La dichiarazione di David
Al momento del fermo, David ha provato a spiegare, in sua difesa, che le piante di canapa non erano finalizzate a un uso personale, né tanto meno per scopi di spaccio, ma bensì dovevano servire per “il nuovo business legale dell’uso della cannabis” di cui avrebbe voluto parlato al primo Ministro Harris e, la nuova azienda sarebbe stata stabilita nella parte orientale dei Caraibi, la cui sede era stata scelta per rendere onore all’isola, e renderla leader nel commercio della canapa.
Le accuse e la cauzione di 30mila dollari
Per ora le accuse sull’erede della Coca-Cola e i due amici coinvolti, il socio d’affari Chase Ergen e l’attore irlandese Jonathan Rhys Meyers (ìgià al centro di alcune questioni riguardanti il mondo della droga) sono: possesso illegale di cannabis ed esportazione di farmaci normalmente sotto lo stretto controllo della FDA, l’associazione americana che regola beni alimentari e farmaceutici.
Già dopo poche ore, però, sono stati rilasciati, dietro pagamento di una cauzione di ben 30 mila dollari. Nonostante il rilascio, David Alkin si dovrà presentare davanti alla Magistrate Court di Basseterre per l’accusa di traffico di droga.
La legge nel business della canapa
Naturalmente, non si può essere certi delle buone o cattive intenzioni del milionario, ma tutto cioè è sicuramente da guardare sotto l’ottica di un mondo in cui esiste una legislatura ancora molto grezza de a mettere a punto, cosa che aiuterebbe in modo significativo tutta la filiera di produzione e vendita che si sta venendo a creare nel mondo della canapa internazionale. In futuro, molto probabilmente, casi di questo genere andranno calando sempre di più, fino a quando non si avrà il raggiungimento di una legge precisa, che permetterà una totale commercializzazione dei prodotti derivati dalla canapa, senza dover prendere iniziative avventate come potrebbe essere stata quella dell’erede della Coca-Cola.