Sono in continuo aumento le querele per diffamazione sporte dagli operatori del settore della canapa nei confronti del ministro Salvini, dopo le dichiarazioni rilasciate nelle ultime settimane.
Il ministro dell’interno ha infatti definito i canapa shop “luoghi di diseducazione di massa” e “centri di spaccio”, suscitando l’ira dei lavoratori del settore che si sono sentiti umiliati, screditati e, appunto, diffamati.
Oltre all’iniziativa di raccolta di quante più querele possibili entro il 15 luglio, ideata da Gessica Berti, commerciante della provincia di Bologna, il mondo della cannabis legale si sta movimentando anche tramite comizi e conferenze.
Lo scorso 22 giugno presso la Camera del Lavoro di Milano si è tenuto il primo incontro di “A Raccolta, la Cannabis risponde”, un meeting il cui scopo è quello di debellare una volta per tutte la piaga della disinformazione e del proibizionismo nei confronti della cannabis.
Non si tratta infatti di una nuova associazione, ma dell’unione delle forze degli imprenditori, commercianti, coltivatori, operatori, attivisti, medici e giornalisti che sostengono e difendono a spada tratta il mondo della canapa, come spiega Luca Marola, Ceo di Easy Joint e organizzatore dell’evento.
Alla conferenza sono intervenuti diversi esponenti politici come Fabio Trocino – militante del PD e segretario del circolo del PD Val Malone, Alberto Airola – Senatore del M5S, Marco Bosi – vicesindaco di Parma, Riccardo Magi – deputato di +Europa, Barbara Bonvicini – Radicali Italiani, Fabiana Montanari – consigliere comunale del PD di Reggio Emilia, tutti disposti a tutelare e promuovere la filiera della canapa come già sancito dalla legge 242/16, alla quale si sono appellate tutte le aziende di cannabis light sorte in Italia negli ultimi due anni.
Durante il dibattito è stata chiaramente affrontata la tematica della sentenza del 30 maggio emessa dalle sezioni unite della Cassazione, che ha spinto ancora più nel limbo un mercato non adeguatamente regolamentato e già nel mirino delle forze dell’ordine da diverso tempo.
Sono numerosi infatti gli episodi di blitz e sequestri ai danni dei canapa shop italiani, spesso costretti a chiudere per un periodo di tempo a causa del danno economico subito.
I cosiddetti “sequestri preventivi” messi in atto da diverse questure di tutta Italia hanno spesso rivelato la totale legalità dei prodotti confiscati: le infiorescenze di cannabis light e i loro derivati sono infatti commercializzabili purchè restino al di sotto dello 0,5% di THC, la soglia considerata “drogante”, come conferma l’avvocato Carlo Alberto Zaina, da sempre impegnato attivamente in difesa del settore della cannabis.
“Un quantitativo di sostanza drogante simile a quello della lattuga” ha ironizzato l’attore Luca Bizzarri con un videomessaggio trasmesso durante la conferenza.
“Uno spreco di risorse, che potrebbero essere impiegate per contrastare fenomeni molto più pericolosi come la criminalità organizzata”, ha aggiunto Gianni mancino del sindacato di Polizia Silp – Cgil.
Il deputato Magi di +Europa avrebbe annunciato la riapertura dell’Intergruppo parlamentare per la legalizzazione della cannabis, mentre Beppe Croce di Federcanapa ha presentato una proposta per l’autoregolamentazione sulla qualità e tracciamento del prodotto.