I risultati di una recente ricerca scientifica ancora in attesa di pubblicazione sembrerebbero essere la chiave per risolvere il problema dei batteri resistenti agli antibiotici. Indovinate un po’ quale può essere la miracolosa sostanza di cui stiamo parlando? Ovviamente si tratta ancora di cannabis, anzi in particolare di CBD.
Lo studio portato avanti dall’Institute of Molecular Bioscience’s Centre per Superbug Solutions dell’Università della Queensland ha scoperto che il cannabidiolo è incredibilmente attivo contro batteri Gram-positivi che hanno sviluppato resistenze ad altri antibiotici. La nuova ricerca apre le porte a un nuovo possibile ambito terapeutico per il CBD, le cui potenzialità sembrano davvero essere infinite. Infatti tantissimi studi clinici si sono finora occupati di confermare la validità di questa molecola della cannabis nella cura di varie forme di epilessia, delle infiammazioni e anche nella gestione del dolore, di patologie psicologiche e stati ansiosi… ma questa capacità antibatterica è tutta nuova!
Un team di ricerca contro i temibili Superbug
Ad aver scoperto che il Cannnabidiolo è attivo contro i batteri Gram-positivi, compresi quelli responsabili di molte infezioni gravi (come lo Staphyloccocus aureus e lo Streptococcus pneumoniae), con una potenza molto simile a quella di antibiotici ad ampio spettro molto utilizzati come ad esempio la vancomicina è stato il Dott. Mark Blaskovich che ha presentato la sua ricerca durante ASM Microbe, l’incontro annuale dell’American Society for Microbiology tenutosi dal 20 al 24 giugno a San Francisco, in California. L’ASM è la più grande società microbiologia composta da oltre 30.000 scienziati medici e professionisti della salute, la ricerca scientifica sulle potenzialità antimicrobiche del cannabidiolo è stata parte di una più ampia serie di ricerche chiamata Superbug Solutions, ovvero soluzioni per i batteri resistenti agli antibiotici, uno dei problemi che più preoccupano i microbiologi di tutto il mondo.
L’equipe guidata dal Dott. Blaskovich ha collaborato con Botanix Pharmaceuticals Ltd, un’azienda farmaceutica che si occupa di sovvenzionare scoperta di farmaci in fase iniziale. La ricerca è partita da uno studio che si concentrava sull’uso topico del cannabidiolo sintetico per una serie di condizioni della pelle, che ha scoperto che il cannabidiolo era straordinariamente efficace nell’uccidere una vasta gamma di batteri Gram-positivi.
L’azione antibatterica del CBD
Il cannabidiolo che è il principale principale composto chimico non psicoattivo estratto dalla cannabis e dalle piante di canapa, è già stato approvato dalla FDA per il trattamento di diverse forme di epilessia ed è stato studiato per una serie di altre condizioni mediche, tra cui ansia, dolore e infiammazione. Sebbene ancora i dati raccolti non siano stati validati da pubblicazione sembra che ci siano prove sufficienti per suggerire che il CBD estratto dalla cannabis possa effettivamente uccidere i batteri antibiotico-resistenti e pare che sia particolarmente efficace anche nelle lunghe somministrazioni (ovvero che ci sia un basso rischio di sviluppo di resistenze). Inoltre a detta dello stesso Dott. Blaskovich la combinazione di attività antimicrobica e di quella antinfiammatoria in una stessa molecola potrebbe essere la chiave di cura per tantissime tipologie di infezione e patologie.
Il CBD distrugge il biofilm batterico
L’efficacia speciale del CBD sarebbe garantita dalla capacità del cannabidiolo di distruggere il biofilm batterico. Pensate che secondo il CDC (Centers for Disease Control and Prevention) di Atlanta, fino all’80% delle infezioni batteriche che colpiscono persone nei paesi occidentali sono causate da biofilm polimicrobici, ovvero aggregazioni complesse di microrganismi contraddistinte dalla produzione di una matrice che permette ai batteri di aderire alle superfici e li protegge dalle aggressioni aumentandone la pericolosità. Ecco il cannabidiolo sarebbe in grado di penetrare il biofilm e fare letteralmente strage di batteri… non male no? Aspettiamo con fiducia la pubblicazione di questo studio interessantissimo, intanto potete seguire gli sviluppi pubblicati dall’ASM sul sito ufficiale.