Coltivare Cannabis Light

Come coltivare cannabis con un clima freddo: trucchi e consigli

La cannabis è una pianta che ama la luce e il calore ma che si è adattata naturalmente a crescere a varie latitudini. Vi state chiedendo se le vostre piante possono sopportare temperature non proprio ideali? Ebbene sì, è possibile crescere la cannabis in zone dal clima freddo (ovviamente entro certi limiti) ma richiede una buona tecnica e particolare attenzione.

Ecco tutti i nostri consigli per avere piante rigogliose e infiorescenze sane anche quando non fa caldo.

Certo, chi vive con lunghe stagioni calde e soleggiate è avvantaggiato nella coltivazione di cannabis! Per questa pianta non c’è nulla di meglio di avere lunghe giornate di sole e alte temperature. Studiando la storia della cannabis però scoprirete che esistono varietà che crescono spontanee anche ad alta quota o a latitudini non proprio temperate.

Com’è possibile? La risposta più veritiera è che la cannabis è una pianta resiliente e resistente che si è geneticamente adattata a condizioni differenti con grande successo. Tenendo ben presenti queste risorse speciali della cannabis e dandole attenzioni meticolose è possibile coltivare outdoor e ottenere un buon raccolto anche in climi freschi, vediamo insieme come.

Perché la cannabis non ama il freddo

Ci sono temperature non tollerabili per la cannabis e temperature non ideali ma accettabili. Quando il termometro scende troppo (soprattutto in certi momenti delicati della vita della pianta) è possibile che la coltivazione subisca un trauma troppo grosso e che non si ottengano i risultati sperati.

Le temperature ideali per la crescita si aggirano tra i 20–25°C, in particolare le piante necessitano di più calore nella fase vegetativa mentre in fase di fioritura per loro è meglio in leggero abbassamento delle temperature (come avviene normalmente ad inizio autunno alle nostre latitudini).

Per quanto riguarda la temperatura del terreno, importantissima per uno sviluppo sano delle radici, è generalmente perfetta quando si assesta sui 14-18°C. Sotto i 12°C la pianta rallenta il suo sviluppo e ferma la sua crescita, se questa fase fredda è prolungata si rischia che le radici smettano di assorbire nutrimento e la pianta muoia. Se l’abbassamento delle temperature del suolo avviene in modo repentino nelle prime fasi di vita del vegetale la cannabis rischi uno shock dell’apparato radicale che ne potrebbe determinare la morte, se avviene successivamente la pianta potrebbe sviluppare caratteristiche ermafrodite (e produrre quindi un raccolto molto scarso).

Sbalzi di temperatura, un rischio mortale

Oltre alle temperature rigide la cannabis non apprezza troppo i cambiamenti repentini, gli sbalzi di temperatura sono quelli che vi devono far temere di più per la vita delle vostre piantine. Per prima cosa possono generare veri e propri shock in alcune fasi di vita della pianta (come abbiamo sottolineato nel paragrafo precedente) ma anche dare il via ad accumuli di sgradita umidità che potrebbero far marcire parte della pianta e sviluppare muffe letali per le infiorescenze.

Le variazioni di temperatura non repentine invece sono molto meglio gestite dalla cannabis, specialmente quando la pianta ha già sviluppato un solido apparato radicale.

Le genetiche più resistenti al freddo

Il primo trucco da tenere in considerazione quando si parla di cannabis e climi freddi è scegliere la giusta genetica da coltivare. Come abbiamo già detto ci sono particolari tipologie di cannabis che sono mutate nel corso del tempo fino a diventare più tolleranti nei confronti delle temperature rigide. Le genetiche migliori sono quelle originarie di zone montuose, in generale tutti gli ibridi a predominanza Indica e/o incrociati con la Ruderalis (vi abbiamo spiegato cosa sono in questo articolo).

In generale i semi autofiorenti sono conseguenza di questo tipo di mix genetici e sono molto resistenti agli sbalzi termici e alle basse temperature (infatti vengono molto usati per i raccolti extra di fine stagione in quanto sono pronti per la raccolta in sole 8 settimane anche con temperature e illuminazione non al top).

La pacciamatura per isolare il terreno

Un’altra idea interessante per limitare gli sbalzi di temperatura ed evitare un raffreddamento eccessivo del suolo di coltura è quella di sfruttare gli scarti vegetali da giardino per la pacciamatura.

Come vi abbiamo raccontato in questo articolo questa tecnica permette di creare un substrato organico isolante per proteggere le parti interrate delle piante da eventuali gelate e freddo intenso; è un po’ come mettersi una copertina sulle gambe, tutto il nostro corpo gioverà sicuramente di questa protezione. Attenzione però a controllare che questa copertura del suolo non porti ad una scarsa traspirazione e allo sviluppo di pericolose muffe, cosa molto facile con i climi più freddi e umidi!

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