La scelta del contenitore per le vostre piante di cannabis in crescita non è affatto semplice e scontata: il vaso giusto vi renderà la vita più facile e soprattutto vi permetterà di avere sempre radici sane e forti per produrre ottime infiorescenze, grandi e ricche di aromi. Ecco come scegliere le dimensioni, il materiale e la tipologia del vaso per tutte le fasi di vita della pianta di cannabis e come sapere quando è necessario cambiarlo.
Per essere sicuri che le vostre piantine crescano fino a generare infiorescenze di alta qualità è molto importante garantire loro una casa confortevole e soprattutto spaziosa. Sia che coltiviate la vostra marijuana personale in terrazza (come vi abbiamo spiegato in questo articolo) o che abbiate uno spazio maggiore da dedicarle saprete che (oltre al nutrimento, a un ambiente protetto e un clima ideale) sarà anche la scelta del vaso a definire il benessere della cannabis. Infatti, il materiale di cui è fatto, forma e dimensioni hanno effetti importanti sulla salute della pianta.
Pensavate bastasse riciclare dei semplici ed economici vasi in plastica? Vi consigliamo di leggere bene il nostro articolo perché potreste ripensarci.
Volete scoprire vantaggi e gli svantaggi di diverse tipologie di contenitore e capire quale dimensione scegliere? Ecco I consigli dei nostri growers.
Dimensioni del vaso nelle varie fasi di crescita
Questo è certamente il caso in cui possiamo dire con certezza che le dimensioni contano.
Infatti dovete sapere che la cannabis adulta sviluppa radici molto lunghe che necessitano di molto spazio per crescere senza impiccio. Usare un vaso troppo piccolo farà aggrovigliare le radici, causerà problemi nutrizionali e quindi limiterà la crescita della pianta. Ma cosa fare quando la pianta è ancora piccola? Un vaso davvero troppo grande non solo è uno spreco di spazio ma è anche una scelta poco accogliente per un piccolo germoglio. L’ideale è usare supporti di dimensioni ridotte e poi sostituire il contenitore con uno più grande.
In linea di massima la pianta fino alle 6 settimane avrà necessità di un vaso da 15/20 cm, successivamente fino ai 2 mesi è importante garantire più spazio alle radici e passare ad un contenitore da 10 litri. Dopo i due mesi sono necessari 15 litri e dopo i 4 mesi è meglio avere a disposizione almeno 20 litri. Con piante particolarmente grandi consigliamo alloggi superiori ai 40 litri.
Ricordate: sempre meglio più spazio che troppo poco!
Questi dati non significano che sia meglio trapiantare la pianta ad ogni aumento di crescita perché questo tipo di cambiamento è sempre un trauma e va fatto il meno possibile, ma vi danno indicazione sullo spazio che serve mediamente alle radici. Se avete spazio (soprattutto con le autofiorenti) è necessario limitare i traslochi ad un massimo di due e usare direttamente vasi sovradimensionati.
Caratteristiche del vaso: forma e materiale
I contenitori che sceglierete dovranno avere determinate caratteristiche oltre alla misura: prima di tutto dovranno garantire areazione e drenaggio (a questo servono i fori sul fondo) e dovranno essere corredati di sottovaso per la gestione del deflusso dell’acqua.
I materiali più usati sono la terracotta (o argilla), il legno, la plastica e il tessuto.
• I vasi di terracotta sono molto performanti, non si ribaltano facilmente, si possono riutilizzare molto a lungo, sono in grado di gestire molto bene gli accumuli d’acqua e isolano da sbalzi di calore, però d’altro canto sono pesanti da spostare e piuttosto costosi.
• Quelli in legno sono davvero ottimi, un livello superiore… ma costano molto e sono facilmente deperibili.
• La plastica è la scelta più comune, leggera ed economica, ma isola poco a livello termico e favorisce accumuli idrici ed evaporazione a seconda della temperatura e dell’esposizione alla luce… il vantaggio è che la plastica può essere bucata manualmente, quindi se vi rendete conto di avere bisogno di un drenaggio maggiore potrete provvedere ad aumentare gli scoli per l’acqua.
• Un’alternativa un po’ costosa ma efficiente sono gli speciali “smart pot”, box in tessuto specifico che garantiscono un’ottima ossigenazione, evitano gli accumuli d’acqua non voluti e gestione dello spazio da parte delle radici (in compenso, essendo molto porosi, necessitano di un’irrigazione maggiore). Vanno però manovrati con delicatezza perché si rompono facilmente.
• Alternativamente potreste scegliere gli “air pot“, simili a quelli in tessuto ma realizzati in plastica completamente traforata che lasciano fuoriuscire la parte finale delle radici, per facilitare la tecnica della potatura ad aria ed evitare gli aggrovigliamenti.
Avrete compreso che non esiste un contenitore migliore in toto, poiché ognuno ha i suoi pro e contro, in linea di massima ognuno di questi andrà benone ma, sarà molto importante conoscere i punti di forza e i punti deboli di ogni materiale per poter provvedere a tutelare la pianta in caso di necessità e soprattutto adattare il dosaggio d’acqua alla situazione corrente.