La muffa è il nemico numero uno di tutti gli amanti della cannabis, può comparire anche sul fiore più bello e sano e rovinare in un lampo tutta la magia con sapori disgustosi e pericoli per la salute. Sia che siate coltivatori o che vi limitiate a consumare, vederla sulla marijuana vi farà arrabbiare e disperare, ecco come individuarla e come difendersi da lei.
Non c’è nulla di peggio di un buon raccolto compromesso dalla muffa, la sua comparsa è un avvenimento assolutamente nefasto che vi renderà impossibile consumare o vendere la vostra marijuana. Alla muffa non c’è rimedio, bisogna solo evitarla come la peste, perché una volta che questa attecchisce sui fiori questi andranno inevitabilmente buttati. Può apparire quando meno te lo aspetti: nella fase vegetativa, durante la fioritura, a raccolta avvenuta, sulle cime essiccate. Come abbiamo anticipato questo ospite antipatico rende le cime non solo cattive a livello aromatico ma anche poco sicure per la salute (in qualsiasi modo si consumino), inoltre si può diffondere tra una pianta all’altra in coltivazione e rendere inutilizzabile un intero raccolto. Se la muffa nel formaggio non è un problema esagerato (anzi qualcuno potrebbe anche gradirla) sulla cannabis diventa la minaccia peggiore che ci sia. Chi ha avuto la sfortuna di provare un tiro di erba ammuffita, si ricorderà sempre la sensazione disgustosa che si prova in queste situazioni. Il sapore nauseante vi obbligherà a buttare nel bidone la vostra scorta, anche perché consumare quei fiori potrebbe mandarvi in ospedale con un’infezione polmonare causata da un mix aggressivo di batteri killer nelle vostre vie respiratorie.
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Muffa nella marijuana: cos’è e perché compare
Per capire come evitare lo sviluppo di muffe dovrete comprendere cosa sono queste sostanze e in che ambiente proliferano. Le muffe sono organismi pluricellulari appartenenti al regno dei funghi, si presentano come spugnosi miceli, si riproducono grazie alla produzione di spore e così ricoprono le superfici di luoghi/prodotti che risultino nelle loro corde. La materia organica (vegetale o animale) è tendenzialmente un habitat e un nutrimento perfetto per le muffe, specialmente quando ci si trova in un ambiente tiepido e umido (infatti le muffe – come i funghi – hanno bisogno di un minimo di calore e molta umidità per sopravvivere). Dunque è chiaro che se non manteniamo un contesto pulito e se incentiviamo un clima umidiccio (facilitato da ristagni e scarsa ventilazione)… ecco che la muffa ci sorprenderà. Lo stesso succederà maneggiando troppo della cannabis (anche correttamente essiccata) o riponendola in un contenitore sporco o non completamente asciutto.
Come evitare la formazione di muffa nelle piante e nelle infiorescenze
Partiamo quindi dalla regola principale per evitare lo sviluppo di muffe sulle vostre piante in crescita: in qualsiasi fase, siate puliti. La vostra mamma vi avrà detto che l’igiene è importante, ecco se avete iniziato a coltivare cannabis è il momento di rispolverare le nozioni igieniche base che la vostra genitrice vi avrà sicuramente fornito (anche se mirate alla gestione di ben altre situazioni): quando entrate in contatto con le vostre piante assicuratevi di avere le mani ben lavate e pulite, gli strumenti che utilizzerete per qualsiasi intervento dovranno essere sempre igienizzati, soprattutto forbici e cesoie dovrebbero venire disinfettate prima di ogni utilizzo. Altra fondamentale precauzione è una buona gestione dell’umidità per le colture indoor, la cannabis in natura cresce in ambienti più o meno umidi ma di certo sempre esposta a correnti d’aria in grado di evitare ristagni d’aria insidiosi. Quindi regolatevi con temperatura, clima umido e favorite sempre il ricambio d’aria continuo per non facilitare il lavoro delle spore. L’umidità eccessiva in fase di essiccazione va assolutamente evitata inoltre le infiorescenze che sono state ben pulite e private da scarti vegetali inutili saranno sempre meno inclini a presentare problemi di muffa. Certo, non vorrete cime tostate e friabili, quindi un minimo di naturale vigore della pianta dovrà rimanere, ma solo quell’umidità interna sufficiente ad avere infiorescenze non troppo polverose. Una volta messa la vostra scorta nel contenitore (ben pulito e asciutto) dedicato alla lunga conservazione ricordate di maneggiarla il meno possibile, perché il vettore preferito delle spore sono generalmente le vostre mani.
Come individuare la cannabis ammuffita
Nelle piante in coltura un’aggressione da parte di muffa è generalmente evidente ad occhio nudo: noterete la presenza di filamenti sottili e bianchicci, appiccicosi e collosi che tendono a ricoprire le parti esterne delle infiorescenze. È anche vero che le muffe possono essere di varie tipologie, e a volte tendono ad insinuarsi e colpire anche l’interno della vostra pianta farcendola colorare di marrone e poi marcire. Se siete invece alla ricerca di segni di muffa nella vostra scorta personale o in quella che state per acquistare dovrete affidarvi a due sensi: la vista e l’olfatto. Se la cannabis che avete davanti ha un profumo intenso molto gradevole sarà difficilmente stata rovinata dalla muffa (che solitamente le conferisce un odore stantio e poco avvenente) se poi la osserverete da vicino potreste vedere segni di contaminazione evidenti, come strani peli bianchi o marroni (anche se non sempre la muffa è visibile nelle cime essiccate). Ovviamente dovrete sempre diffidare di barattoli di cannabis che presentano condensa o variazioni strane di colore. Il nostro consiglio è di segnalare sempre ad un rivenditore la presenza di una partita di cannabis ammuffita, per poter evitare a lui una brutta figura con un altro cliente ma soprattutto una terribile (e potenzialmente pericolosa) esperienza ad un amante della cannabis poco attento al controllo del prodotto. Se siete in dubbio sulla presenza o meno di muffa nella vostra scorta non rischiate e buttatela o fatela osservare da un professionista, meglio essere prudenti per non esporsi ad una brutta infezione polmonare, tutto per un joint ammuffito.