La scelta del filtro per rollare il vostro joint è molto importante per godere della vostra scorta di cannabis al meglio, senza sapori sgradevoli e bruciature.
Sembrerebbe una scelta limitata perchè in giro si vedono prevalentemente filtri in carta e filtri in acetato di cellulosa (i classici per sigarette). In verità esistono molti tipi di filtri alternativi come quelli in carbone attivo, in vetro, in porcellana o in legno. Scopraimo insieme il mondo dei filtri da usare per i vostri migliori joint.
Molti fumatori disorganizzati o non informati entrano semplicemente in tabaccheria e scelgono i primi filtri che vedono oppure si accontentano di quelli più comuni in carta senza sapere che esistono delle alternative.
La scelta di questi accessori per smokers invece dovrebbe essere assolutamente ponderata perchè in base a materiale e conformazione cambia moltissimo l’esperienza. Alcuni filtri lasciano il fumo molto vergine altri hanno una migliore azione filtrante, di sicuro poi sono loro a definitre la circonferenza del joint e inoltre permettono di fumare senza bruciarsi le dita e la gola creando una zona di raffreddamento.
Dopo avervi già parlato in abbondanza dell’importanza dell’uso dei filtri e di come farne di casalinghi in questo articolo ora vi raccontiamo un po’ quali sono i più usati e vi diamo una panoramica sulle novità nel settore, offrendovi come sempre il nostro parere spassionato di appassionati di joint.
Filtri per sigarette in acetato di cellulosa
Questi sono i classici filtri che si usano anche per le sigarette fatte con tabacco, piccoli cilindri bianchi e spugnosi che un tempo erano fatti di cellulosa e ora sono prevalentemente in acetato di cellulosa.
Si differenziano soprattutto in base dunque al loro diametro: Ultra-Slim; Slim e Regular. Il diametro dei filtri Ultra-Slim è (a seconda del brand) compreso tra i 4,5 mm ed i 5,7 mm, gli Slim invece hanno solitamente un diametro di 6mm, mentre i Regular oscillano tra i 7 e gli 8 mm. I filtri Ultra-Slim sono parecchio sottili adatti a joint o sigarette molto leggere. Gli slim sono la classica via di mezzo, abbastanza usati in questa categoria e sono anche i più facili da rollare. I regular sono consigliabili per un joint impartante in quanto a dimensioni ma bisogna anche avere mani esperti per gestirli in quanto richiedono una certa manualità.
Sottolineamo che non sono in molti ad usare questo tipo di filtro con la cannabis, perchè come pro ha un buon filtraggio delle sostanze nocive che derivano dalla combustione e una grande comodità d’utilizzo ma si tratta di un filtro piuttosto potente che ha anche un’azione assorbente nei confronti dei cannabinoidi e quindi potrebbe rendere leggermente meno efficaci vostri joint rispetto ad altri tipi di filtro.
Filtri in carta
I più usati ed amati tra i filtri sono qulli in carta… e per ottimi motivi! Comuni, facili da reperire in tabaccheria, economici e abbastanza semplici da usare. In pratica sono cartoncini spessi che possono essere pretagliati, preimpostai o da tagliare e che si arrotolano e piegano per formare un filtro che agisce come base per il joint e come camera d’aria. Anche questi, nel caso dei pretagliati si possono acquistare in varie misure (solitamente S, M o L). Potrete scegliere di aumentare o diminuire l’azione filtrante facendo un filtro serrato o lasciandolo più lento, in ogni caso non otterrete un blocco ottimale delle sostanze nocive derivanti dalla combustione ma non ostacolerete nemmeno il passaggio dei cannabinoidi e dei terpeni.
Filtri in legno
Sono certamente meno comuni ma si iniziano a vedere, soprattutto online, parliamo dei filtri in legno che possono essere classici oppure aromatizzati o addirittura infusi con terpeni. Sono delle cannule costruite in legno, 100% biodegradabili e compatibili con cartine di tutte le dimensioni. Hanno un buon potere filtrante, soprattutto per quanto riguarda il calore, sono molto comodi e riutilizzabili ma dopo un po’ che vengono utilizzati devono essere sostituiti perché il lavaggio ottimale per questo prodotto è difficile (il legno assorbe molto di più di vetro e ceramica). Pensiamo che siano una scelta interessante per chi ama sperimentare ma quelli in circolazione ancora non ci convincono del tutto a livello di prestazioni.
Filtri ai carboni attivi
I filtri ai carboni attivi sono una scelta decente per chi vuole un buon filtraggio ma senza spreco di cannabinoidi: funzionano secondo il principio dell’adsorbimento. L’assorbimento avviene quando le molecole penetrano in un substrato e si bloccano lì, l’adsorbimento invece avviene quando le molecole si attaccano ad una superficie. I filtri ai carboni attivi sono molto efficaci nel filtrare molti agenti cancerogeni presenti nel fumo, è però probabile che insieme ad esse vengano catturate dai filtri ai carboni attivi anche le molecole di THC e CBD. Inoltre, possono passare alcune sostanze nocive dal peso molecolare molto basso e gli agenti cancerogeni polari (ad esempio acido cianidrico e monossido di carbonio). Comunque usare questo tipo di filtri è un’opzione sicura che non preclude affatto l’assunzione dei cannabinoidi che per la maggior parte riescono ad arrivare all’organismo, è forse il prezzo il blocco principale.
Filtri in vetro e in ceramica
Sono semplicissimi da usare, durano tantissimo e sono assolutamente igienici. Usare i filtri in vetro o quelli in ceramica è davvero facile, sono piccole cannule con un bocchino dove inserire il joint. Essendo riutilizzabili e molto facili da lavare sono un buon investimento, ne esistono di molte circonferenze e misure quindi è facile trovare quella che più si adatta a voi. Il principio è semplice, simile a quello del bocchino del bong, questi presidi offrono un filtraggio limitato del fumo in quanto a composizione ma servono a raffreddare la boccata (che sarà aromatica e vellutata) e fumare con maggiore facilità.