A quattro mesi di distanza dalla chiusura di due negozi di Cannabis Light e prodotti a base di Canapa a Macerata, anche un’altra attività commerciale dello stesso tipo è finita nel mirino della Polizia Locale, questa volta nella vicina Porto Recanati. Secondo le dichiarazioni dei dirigenti della squadra mobile impegnata nelle attività di sequestro i prodotti acquistabili all’interno del negozio sono risultati irregolari e non conformi alle normative vigenti. Questo perché tra quelli analizzati dal laboratorio della Polizia di Stato sono state rilevate merci in vendita con concentrazione di THC superiore a quella consentita per legge, secondo la quale lo 0,2% è il limite concesso con massima percentuale di tollerabilità dello 0,6%.
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Il superamento del limite di THC nella cannabis light
Alcuni prodotti tra quelli provenienti dal negozio di Porto Recanati sono risultati (questo secondo il le analisi compiute dalle forze dell’ordine) raggiungere una concentrazione di THC dello 0,8%. In seguito a questo riscontro il tiolare e un socio sono stati denunciati per spaccio di sostanze illecite, il negozio è stato chiuso a scopo preventivo e oltre 40 articoli sono stati posti sotto sequestro per ulteriori indagini.
Non sappiamo molto di più su come siano andate le cose: per esempio non siamo informati sulla effettiva conferma da parte di un laboratorio esterno e super partes della effettiva non conformità del livello di THC dei prodotti e non sappiamo se le gravi accuse ai quali sono sottoposti i gestori del negozio di cannabis light reggeranno in tribunale (perché molto spesso appena questi casi arrivano davanti a una corte non stanno assolutamente in piedi e in breve le accuse mosse dalle forze dell’ordine vengono ritirate perché inconsistenti e gonfiate).
La cannabis light esiste ed è legale
Quello che sappiamo è che vendere prodotti certificati con livelli di THC a norma di legge è fondamentale per tutelare la nostra professione di rivenditori di cannabis light e i nostri clienti. Su questo punto vogliamo essere sempre molto chiari: condanniamo chi vende cannabis light con livelli di THC superiori a quelli consentiti dalla legge. Ma purtroppo ci rendiamo conto che è in atto una vera e propria persecuzione nei confronti di questi esercizi commerciali e che molto spesso non viene nemmeno contemplata la possibilità che questo sia un business serio e legittimo a tutti gli effetti.
A testimoniarlo sono le parole degli stessi operatori delle forze dell’ordine che non fanno altro che diffondere messaggi di terrore, decisamente poco coerenti con la realtà. In particolare il questore di Macerata, ormai noto promotore di irruzioni, accuse e sequestri a numerose attività ha dichiarato in più occasioni che “la cannabis light non esiste” e che a suo parere tutti i prodotti positivi al THC sono contestabili e equiparabili a droghe. Questa persona e altri colleghi della squadra mobile che hanno preso parte alle operazioni di Macerata e Porto Recanati suggeriscono (e praticano) la repressione di questo commercio come mezzo di tutela della popolazione e misura preventiva contro la creazione di dipendenza. Di quale dipendenza parlino e da cosa la popolazione sia da proteggere, visto che la cannabis light è cetificata al 100% come prodotto legale, non sappiamo dirlo.
Ma dimenticano forse di avere a che fare con una maggioranza di imprenditori seri e realtà ormai stabili in Italia che, come ogni altra categoria di esercizio commerciale, ha rispetto delle leggi e diritto di poter operare secondo esse senza essere perseguitata.
Un’altra parentesi sarebbe da aprire sulla completa mancanza di protocolli comportamentali seri e condivisi per perquisizioni, sequestri e analisi di prodotto riguardo la cannabis light. Perché anche coltivatori e rivenditori di cannabis hanno dei diritti che purtroppo vengono sempre più spesso calpestati da questa Italia bigotta e a caccia di scoop, alla quale piace mostrare di avere il pugno duro ma che, sempre più spesso, dimostra solamente una radicata ignoranza.