A testimonianza della portata rivoluzionaria del business che una pianta (tanto denigrata) sta generando negli ultimi tempi, è stato recentemente coniato il brillante termine “New Canapa Economy”. Di sicuro queste tre parole – che fanno tanto Wall Street – rendono egregiamente l’idea di un mercato che è letteralmente scoppiato e che, al contrario delle previsioni di alcuni, non accenna a tirarsi indietro dal continuare a crescere. Non parliamo solamente di Cannabis Light, ma di tutto quello che gira intorno alla canapa, dall’alimentare al CBD.
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Le cifre della canapa in Italia fornite da Coldiretti
Come dimostrano le cifre, quello della coltivazione di canapa è un settore che in Italia sta crescendo a ritmi straordinari: i terreni dedicati alla coltura di piante di Cannabis in Italia erano a malapena 400 ettari nel 2013, ad oggi ne risultano impiegati poco meno di 4.000 ettari.
Al Seeds&Chips 2018, il summit internazionale dedicato all’innovazione in campo alimentare che si è svolto Milano a inizio maggio, la Coldiretti si è espressa chiaramente sul boom della coltivazione di canapa in Italia, dando un quadro generale di grande crescita.
Il Presidente dell’Associazione, Roberto Moncalvo, ha dimostrato un deciso entusiasmo per gli sviluppi economici della produzione di canapa in Italia dichiarando che “il boom della coltivazione della canapa è un’ottima dimostrazione della capacità delle imprese agricole di scoprire e sperimentare nuove frontiere e soddisfare i crescenti bisogni dei nuovi consumatori proprio da queste esperienze di green economy si aprono opportunità di lavoro nelle campagne che possono contribuire alla crescita sostenibile e alla ripresa economica ed occupazionale del Paese”. I portavoce dell’associazione parlano di centinaia di nuove aziende agricole che nel 2018 hanno scommesso sulla canapa in tutta Italia.
“New Canapa Economy” uno studio sulle potenzialità economiche della Canapa
Lo studio esposto da Coldiretti (che ricordiamo essere la maggiore associazione di rappresentanza dell’agricoltura italiana) nell’ambito del Seeds&chips è stato chiamato profeticamente “New Canapa Economy” e ha messo in luce una volta per tutte le forti potenzialità innovative di un business che non vuole smettere di reinventarsi. Stiamo parlando di ambiti di impiego della canapa che vanno dalla produzione di formaggi, passando per estratti terapeutici e cosmesi, fino alla creazione di eco-mattoni isolanti (e questi sono solo alcuni esempi citati nell’analisi in questione).
Inoltre, in questo testo illuminato, vengono rimarcate ancora una volta le strabilianti proprietà nutrizionali del seme di canapa, citando il suo alto apporto proteico e la presenza di tutti gli aminoacidi essenziali in proporzione ottimale e in forma altamente digeribile.
L’analisi di Coldiretti non ignora il giro d’affari creato dalla coltivazione e vendita di Cannabis Light stimando un giro d’affari che potrebbe toccare i 40 milioni di euro, un twist nell’economia italiana che ancora stenta a riprendersi dagli strascichi di una lunga crisi.
Legal Cannabis negli U.S.A.: verso un fatturato di 25 miliardi di dollari nel 2025
A incoraggiare chi in questo business sta puntando tutto c’è anche il fatto che una buona fetta di mondo si stia interessando alla pianta di Cannabis e in alcuni di questi stati la crescita dell’industria della canapa sta dando risultati a dir poco miracolosi. Basta pensare all’industria della Cannabis legale negli U.S.A. che, secondo l’ultimo rapporto di New Frontier Data (compagnia indipendente specializzata in raccolta dati sul mondo della Cannabis), raggiungerà un fatturato di 25 miliardi di dollari entro il 2025, triplicando i propri ricavi attuali, che al momento si attestano attorno agli 8,3 miliardi di dollari.
Detto questo, speriamo che chi ancora ha dei dubbi sulla nobiltà della pianta di canapa se li faccia passare e che chi di dovere provveda a normare in modo chiaro (e soprattutto coerente con la realtà) l’utilizzo Cannabis a scopo ricreativo come sta avvenendo (o è già avvenuto) in molte altre realtà nazionali. Siamo certi che, continuando con questi numeri, saranno le cifre a convincere finalmente l’Italia che quella della Canapa è davvero una New Economy da non sottovalutare.