La cannabis è in grado di produrre circa 100 cannabinoidi: un tempo tutta l’attenzione era solo per il THC, poi il CBD si è fatto conoscere e amare, ora sono tanti i cannabinoidi di cui si parla. Ma questo sembra essere il momento del THCV, una sostanza che secondo recenti studi scientifici potrebbe promettere bene soprattutto per il trattamento dell’obesità. Vediamo insieme quali sono le caratteristiche di questa novità del mondo della cannabis.
Un tempo, quando la cannabis non era ancora stata legalizzata e legittimata in molte zone del mondo non si parlava così tanto dei cannabinoidi e gli studi scientifici in merito ad essi erano decisamente scarsi e fortemente limitati. Oggi che questo prodotto è stato riabilitato in molti paesi le ricerche fioccano e sempre più cannabinoidi vengono identificati, studiati e celebrati per le loro potenzialità o i loro effetti. Ovviamente siamo i primi a dire che la ricerca non è tutta rose e fiori, che per ogni cannabinoide ci vorranno anni di studio e decine se non centinaia di ricerche per capirci qualcosa, perché il mondo della cannabis e soprattutto quello del corpo umano e del suo sistema di recettori sono incredibilmente complessi… ma siamo sempre soddisfatti nel vedere che ora le energie del mondo scientifico sono concentrate su questo argomento e iniziano a darci dei risultati tangibili.
Gli ultimi studi promettenti che abbiamo analizzato ci hanno fatto interessare ancora di più al THCV, ovvero la tetraidrocannabivarina che sembra sarà tra i cannabinoidi più studiati nel 2020.
Il motivo? Si cercano nuovi obiettivi terapeutici per la cannabis e le particolari molecole del THCV potrebbero essere la chiave.
Caratteristiche del THCV
Il THCV è presente naturalmente nella cannabis, si trova nelle infiorescenze e non contiene a caso la sigla THC nel suo nome, ma è composto a tutti gli effetti in modo simile al tetraidrocannabidiolo solo che a livello molecolare contiene 3 atomi di carbonio invece che 5. Diversi studi svolti negli ultimi anni hanno dimostrato che è un antagonista efficace dell’anandamide, un mediatore lipidico e un neuro-modulatore che mima gli effetti dei composti psicoattivi presenti nella cannabis.
Effetti del THCV
Sono diversi anni che il THCV è in ballo per diventare qualcosa di importante: inizialmente si parlava di questa molecola come di una forma alternativa di THC dalle capacita psicoattive minori ma capaci di offrire diverse esperienze, nello specifico un high più breve e lucido, decisamente più stabile e meno incline a destabilizzare emotivamente (qualità molto apprezzata da chi soffre di attacchi di panico da cannabis). Un altro dato importante legato sin dall’inizio delle sperimentazioni al THCV è che, diversamente dal THC, questa sostanza non scatena la cosiddetta “fame chimica” nel consumatore. Da questa particolarità intrinseca del prodotto sono partiti differenti studi che hanno deciso di approfondire le sue potenzialità come inibitore dell’appetito e sostanza in grado di influenzare il processo metabolico.
Possibili applicazioni del THCV
Una cannabis ricca di THCV potrebbe essere una variante interessante per consumatori che cercano un high diverso, che stimoli la concentrazione la creatività ma non l’appetito e che sia meno propenso a portare a manifestazioni ansiogene. In campo medico invece ci si sta dedicando soprattutto ai risvolti della tetraidrocannabivarina nei confronti del sistema metabolico. In particolare sembra che questa possa essere un interessante regolatore dell’appetito e che possa essere impiegata come un possibile trattamento l’intolleranza al glucosio negli obesi. Pare proprio che il THCV potrà essere utile per arginare la grande piaga dell’obesità, una condizione davvero difficile da curare e sempre più diffusa in molti paesi del mondo.
A tal proposito vogliamo segnalare un interessante articolo pubblicato dai ricercatori dell’Università di Reading e Oxford sull’International Journal of Neuropsychopharmacology. Lo scritto tratta proprio la relazione tra THCV e obesità, infatti i ricercatori hanno ipotizzato che il cannabinoide naturale tetraidrocannabivarina possa alterare la risposta nervosa agli stimoli piacevoli e spiacevoli. Il THCV è un antagonista del recettore neurale CB1 ma i ricercatori hanno valutato che potrebbe non bloccare la risposta positiva neurale alla ricompensa (come fanno altri cannabinoidi) e aumentare quella all’avversione, il tutto senza dare effetti collaterali di scompenso emotivo. Questo insieme di effetti suggerisce che la molecola possa effettivamente consentire un’attività terapeutica nell’obesità, forse con un rischio ridotto di effetti collaterali depressivi rispetto ad altri prodotti attualmente in uso (visto che già i disturbi alimentari sono fortemente connessi con i disturbi dell’umore di tipo anche grave).
Sarà il THCV il prossimo cannabinoide a fare proseliti nel mondo? Non lo sappiamo ma continueremo ad osservare con grande interesse gli studi su questa sostanza promettente, l’ennesima che ci è stata donata dal proficuo incontro tra cannabis e scienza che negli ultimi anni sta davvero facendo scintille.