Coltivare Cannabis Light

Come rigenerare le piante di cannabis per ottenere un secondo raccolto

La rigenerazione è una tecnica botanica che permette di recuperare una pianta di cannabis alla fine del suo ciclo di vita riportandola alla fase vegetativa per ottenere un secondo raccolto. È un sistema molto valido per preservare una pianta particolarmente produttiva e ottenere cime di qualità in tempi ridotti. La rigenerazione ha dei vantaggi molto evidenti ma anche degli svantaggi: ecco tutto quello che dovete sapere prima di lanciarvi in questa tecnica!
Quando si parla di rigenerare una pianta di cannabis si intende un procedimento che prevede il recupero di alcune parti vegetali della suddetta, non di tutto l’apparato. In natura la cannabis è una pianta a fioritura annuale che ha un ciclo di vita limitato ad un solo anno, dopo la fioritura arriva inevitabilmente il momento della morte del vegetale. Se avete una pianta particolarmente bella e brava che vi ha regalato un raccolto speciale della quale volete salvare la genetica, allora potreste pensare di intervenire con la delicata tecnica della rigenerazione per avere in pochi mesi un nuovo raccolto dalla vostra beniamina. Vi anticipiamo che la rigenerazione a partire da un vegetale già di per sé poco produttivo invece darà sicuramente risultati scarsi e sarà probabilmente solo una perdita di tempo e di spazio di coltura.
Com’è possibile recuperare invece una buona pianta e allungarle la vita per un’altra stagione? Bisognerà fare un intervento speciale di potatura e successivamente garantirle parecchie attenzioni per facilitare il recupero delle energie dopo questa aggressione, in questo modo sarà possibile facilitare una ripresa che partirà direttamente dallo stadio vegetativo.

Cosa si ottiene con la rigenerazione di una pianta di marijuana?

Semplicemente, come abbiamo già spiegato, al momento del raccolto salverete una parte della pianta originale e la stimolerete a ritornare fino alla fioritura, saltando le prime delicate fasi e avendo la certezza di replicare esattamente la stessa genetica per il vostro secondo raccolto.
Quando la rigenerazione va a buon fine c’è un notevole risparmio di tempo e si ottiene un doppio raccolto dallo stesso seme piantato! Sarebbero tutte rose e fiori se non fosse che la pianta in rigenerazione necessita davvero di tante cure e che a volte (ma non sempre) è solita dare infiorescenze in numero minore rispetto al primo ciclo. Se la quantità può essere ridotta è anche vero che nella maggior parte dei casi la rigenerazione non influisce sulla qualità del raccolto che, se non ci sono state carenze nutrizionali o problemi vari in itinere, dovrebbe rispecchiare le infiorescenze originali.
I problemi principali di questa tecnica sono il fatto che non sempre permette riuscite ottimali con le piante autofiorenti (abbiamo parlato di questo tipo di cannabis in questo articolo) e che non è ovviamente attuabile all’esterno in climi simili al nostro che presentano un ciclo di 4 distinte stagioni. È invece adattissimo alle colture indoor o a quelle outdoor dove le stagioni hanno poca variazione di luce e temperatura tra una stagione e l’altra, come le zone più vicine all’equatore.

Come rigenerare una pianta di cannabis

Per innescare la rigenerazione è necessario muoversi subito dopo il raccolto per riportare la pianta alla fase vegetativa, ma come farlo? Bisogna ingannarla e farle credere che ancora non è arrivata l’ora di morire! Le piante di cannabis sono fotosensibili e in base alla presenza o meno di luce decidono il da farsi. Quando arriva il momento in cui la quantità di luce cala progressivamente iniziano a produrre gli ormoni che vanno a iniziare la fioritura, quando sono sature di ormoni sentono che il loro ciclo vitale è giunto al termine. Se al momento del raccolto provvederete a rimuovere alcune parti della pianta e ad aumentare le ore di luce, ecco che questa penserà che sia il caso di tornate in fase vegetativa.
Ecco cosa dovete fare esattamente per portare nuovamente la pianta in fase vegetativa e stimolarla a produrre velocemente un buon raccolto.
Nel momento in cui la pianta è pronta per la raccolta delle infiorescenze preparatevi ad una potatura estrema. Utilizzate solo strumenti pulitissimi e provvedete a disinfettare le parti recise con una soluzione specifica (come fosse una ferita!). Recidete (con taglio orizzontale ben definito) un terzo della parte alta della pianta, pulite la “lesione” e sigillatela con del nastro adesivo. Procedete alla rimozione di tutte le cime, lasciate intatte le foglie grandi e sane, i rami e i germogli. A questo punto se agite indoor cambiate il ciclo di illuminazione impostato e portatelo a 18 ore di luce e 6 di buio oppure in alternativa impostate 24 ore di luce perpetua. Intanto occupatevi anche di nutrire la pianta e garantire un delicato supplemento di nutrienti, non esagerate perché la pianta, in questo momento, deve essere sostenuta ma non sovraccaricata. La cannabis potrebbe reagire in breve tempo e iniziare a produrre nuove foglie, oppure potrebbe anche darsi un po’ di pausa (fino a 3 settimane) prima di ricominciare il proprio ciclo. Quando vedrete i nuovi rami e foglie allora potrete iniziare a calare le ore di luce per stimolare la fase di fioritura, proprio come è successo nel primo ciclo di vita della pianta.

Quando la rigenerazione va male

Se dopo 3 settimane dalla potatura non avete avuto alcun risultato sappiate che il vostro tentativo di rigenerazione non è probabilmente andato in porto… e rassegnatevi a dire addio alla vostra bella pianta. Purtroppo, questa tecnica non prevede risultati garantiti, in qualsiasi momento qualcosa potrebbe andare storto perché la pianta (specialmente dopo il primo raccolto/potatura) è in una condizione piuttosto delicata e difficilmente riesce a riprendersi in caso di problemi. Quindi se le cose non vanno come speravate non fatevene una colpa, magari ripensate a quali potrebbero essere stati i vostri errori (specialmente in potatura) e forse al prossimo tentativo sarete pronti a rigenerare al meglio!

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