Oggi si parla tanto del problema dell’inquinamento, dei disastri ecologici causati dalla mano umana e dei cambiamenti climatici. Il nuovo idolo delle masse è Greta Thunberg, una bambina che si batte per il pianeta e tantissimi tra gli attori più famosi di Hollywood non fanno altro che ricordarci che la nostra terra è in grave difficoltà. Secondo diversi studi la canapa potrebbe essere il candidato ideale per la rigenerazione ambientale… vediamo perché il mondo degli ambientalisti ha tutta questa fiducia nella pianta più famosa del momento.
I vantaggi ecologici delle coltivazioni di canapa
Favorire la coltivazione di canapa potrebbe essere davvero uno degli step fondamentali per ottenere i migliori risultati in ambito di rigenerazione ambientale. Come abbiamo visto nelle ultime conferenze internazionali limitare le emissioni inquinanti non è più sufficiente a salvare il nostro pianeta, le azioni da portare avanti per rimediare ai danni fatti devono essere tante e svilupparsi su più livelli. Non si parla più di cosa non fare (inquinare, sfruttare risorse deperibili come fossero infinite, abbattere foreste…) ma anche e soprattutto di una serie di strategie attive per limitare i danni e garantire un futuro al pianeta. Nello specifico parliamo della necessità di porre rimedio ad anni e anni di deforestazione ripopolando il pianeta di zone verdi. Per farlo pare che la pianta di canapa sia la migliore tra le risorse vegetali attualmente disponibili, vediamo il perché.
Per prima cosa è l’incredibile resistenza e adattabilità a renderla una pianta ideale per la rigenerazione ambientale. Infatti ha la capacità di crescere e proliferare senza dover usare fertilizzanti, insetticidi o pesticidi ne sulla pianta ne sul terreno. Il motivo? Cresce in modo molto fitto e non lascia spazio alle piante infestanti ed essendo adattabile a vari climi può essere coltivata a molte latitudini.
Una coltivazione di canapa ha bisogno di molte meno attenzioni della maggior parte delle piantagioni arboree e allo stesso tempo la sua presenza svolge un’azione di bonifica del terreno. Le erbe della famiglia della canapa funzionano come dei veri e propri filtri sul terreno: la pianta può assorbire molte sostanze tossiche (come ad esempio il mercurio) e rilasciare nel suolo (oltre che nell’aria) ossigeno preziosissimo. Pensate che mentre cresce questa pianticella assorbe quattro volte la quantità di anidride carbonica rispetto alla media degli alberi, inoltre cresce veloce e senza intoppi.
Come si utilizza la canapa
Abbiamo capito cosa la canapa può fare di buono per il rinnovamento del terreno e la bonifica dell’aria che respiriamo… ma poi cosa ce ne potremmo fare di tutte queste piante? Della “New Canapa Economy” abbiamo già parlato approfonditamente in questo articolo. Sarebbe quindi molto più facile rispondere alla domanda “cosa non potremmo farne”, perché il bello è che oltre ad essere forte, adattabile, rapida nella crescita, depurativa per aria e suolo, la canapa è anche utile in tantissimi settori. Anzi sostituire le materie prime più tradizionali di tante realtà industriali porterebbe ad una riduzione ulteriore della produzione di inquinanti o di sprechi di risorse deperibili. Per prima cosa può essere impiegata davvero in tanti ambiti: quello edile (le eco-case in canapa sono di grande moda ormai), il tessile (che ha una storia antica quanto quella del cotone ma minore impatto ambientale), l’alimentare (la fibra di canapa e i suoi semi sono tanto ricchi di nutrienti da essere considerabili come vero integratori naturali) ma anche energetico, cosmetico, farmaceutico, cartaceo, aerospaziale… chi più ne ha più ne metta.
Senza dubbio i primi passi potrebbero essere svolti in questi importanti settori in cui la canapa si è già dimostrata un elemento ecologicamente ed economicamente appetibile:
Settore tessile
Eh sì, la canapa potrebbe e dovrebbe sostituire il cotone per tante produzioni di abbigliamento e sarebbe un grande passo avanti per l’ambiente ma anche per l’economia: perché rende di più, inquina di meno, il tessuto ricavato da essa è più resistente, traspirante e resistente ai raggi UV. Poi esteticamente è un prodotto molto apprezzato, paragonabile al ben più diffuso lino come consistenza.
Settore edile
Le fibre di canapa vengono già largamente utilizzate per sigillare le tubature o come componente per costruire, specialmente in unione con la calce. La canapa è un’ottimo isolante termico e acustico, ha elevata igroscopicità e quindi gestisce molto bene l’umidità. Stimolandone l’utilizzo il settore edile in fase di lavorazione dei materiali si otterrebbero sprechi energetici molto limitati rispetto a quelli attuali e il risultato finale per le costruzioni sarebbe migliore e più duraturo.
Settore cartario
Quanta carta vediamo ogni giorno in circolazione? Se pensate che quello dell’industria cartaria sia un business etico sappiate che in verità c’è molto di meglio. Infatti con la canapa si può fabbricare carta di altissima qualità, molto più resistente di quella prodotta con le altre fibre vegetali e con un impatto ambientale molto minore per le caratteristiche intrinseche alla crescita virtuosa della pianta ma anche per una minore necessità di sbiancamenti di tipo chimico.
Settore energetico
Lo citiamo per ultimo perché ancora c’è poco impiego della canapa in questo ambito ma gli studi in proposito sono chiari e promettono miracoli. Da questa pianta può essere prodotto un combustibile e carburante biodiesel che produce emissioni davvero basse: addirittura con un livello di scarto di ossido di carbonio inferiore dell’80% rispetto al diesel normale. Inoltre ha un’elevata efficienza di conversione (97% di olio di canapa trasformato in biocarburante) e può essere impiegato a temperature più basse rispetto agli altri biodiesel in commercio.
Questione di pregiudizi, timori e interessi…
Ma perché lo sviluppo di filiere industriali di canapa per questi settori non decollano velocemente come dovrebbero? Ovviamente a bloccarne lo sviluppo ci sono in Italia pregiudizi, timore per l’instabilità legislativa che circonda la pianta di canapa e soprattutto interessi economici e politici che bloccano efficacemente la rivoluzione green a cinque punte da molti anni. Speriamo che l’esempio di stati più ambientalmente virtuosi, come ad esempio il Canada che sta adottando la canapa per tantissimi riadattamenti industriali green con ottimi risultati, apra la strada anche a paesi dove il meccanismo del cambiamento si muove ancora con tanta difficoltà.