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Chiarezza sulla bufala della Cannabis Legale come Monopolio di Stato

Due emendamenti alla legge di Bilancio sono stati presentati da alcuni esponenti del M5S, entrambi riguardano il futuro della canapa in Italia e stanno già facendo clamore e suscitando scompensi a destra e a manca.

Ma cosa trattano questi testi?

È possibile che siano un primo passo verso il Monopolio di Stato della cannabis?

Cercheremo di capirlo anche grazie alle dichiarazioni di colui che degli emendamenti è tra i primi sostenitori, il Senatore Mantero, che ha affidato a un post su Facebook le sue considerazioni in merito alle proposte..
La notizia che gira in rete e soprattutto sui Social è la seguente: la canapa starebbe per diventare monopolio di Stato, lo direbbero due emendamenti proposti da nove senatori M5S.

Il Monopolio di Stato è quindi dietro l’angolo oppure no?

Mantero ha deciso di esporsi e spiegare di cosa parlano questi due fantomatici emendamenti e a illustrare il perché sono nati. Il Senatore, che da tempo si è dimostrato interessato alla regolarizzazione del business della cannabis, racconta come la proposta fatta sia collegata alla volontà di modificare la legge 242. La scelta di legalizzare in toto la vendita di infiorescenze è legata alla tassazione (si parla di una tassa che sarà di 10 centesimi per ogni grammo venduto di infiorescenza secca e di 5 centesimi di infiorescenza fresca) e parallelamente è stata confermata la possibilità di vendita previa richiesta di licenza alla Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.
Per quanto riguarda la tassazione Mantero spiega che “nella legge di bilancio non è possibile presentare norme che siano solamente ordinamentali, quindi per inserire queste modifiche abbiamo dovuto prevedere una tassazione di scopo anche se minima”; poi aggiunge che “i fiori potranno continuare ad essere venduti dai canapa shop che dovranno semplicemente chiedere la licenza di vendita”. I

l senatore specifica che questa non è una tassa sulla produzione ma sulla vendita e che “per quanto riguarda invece la parte della biomassa, la tassazione sarebbe di 10 euro ogni 1000 kg di biomassa per ogni punto percentuale di CBD. A titolo esemplificativo se nella biomassa ci fosse il 5% di CBD, saranno 50 euro per ogni 1000 kg di biomassa e in questo caso dovrebbe pagarla chi produce la canapa”.
Capirete che, almeno per ora non c’è riferimento a monopoli di stato sulla cannabis o sul CBD ed è stata inserita una tassa minima per poter presentare l’emendamento alla legge di stabilità ed avere quindi, in tempi il più possibile brevi, una normativa sulla vendita della cannabis che blocchi ogni possibilità di obiettare la legittimità di questi commerci.

L’imposta ovviamente verrebbe poi riscossa dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli ma questo non farebbe di sicuro di cannabis e prodotti derivati un Monopolio Statale. Oltretutto le possibilità che l’emendamento passi il vaglio della Commissione di Bilancio sono davvero basse come ammette lo stesso Mantero, “il percorso è solo all’inizio, visto che non sarà facile far passare gli emendamenti tra gli oltre 4.000 presentati” e aggiunge: “noi come al solito ce la metteremo tutta”.

 

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