Nell’epoca moderna il consumo di cannabis è stato sempre più sdoganato e liberalizzato, ma ancora per molti scegliere in età adulta di consumare cannabinoidi viene considerato un comportamento immaturo. Da questo pregiudizio immaginerete quanti ostacoli possano trovare nella morale comune i genitori avvezzi alla cannabis, come se una volta fatto un figlio si dovesse improvvisamente rinsavire e rinnegare il proprio amore per THC e CBD.
In questo articolo ci piacerebbe fare qualche considerazione su questo argomento tanto spinoso: la genitorialità e la cannabis. Non si tratterà di condivisione e spiegazione di testi scientifici stavolta ma di semplici deduzioni date dall’esperienza e dal ragionamento, che ci porteranno a dare una risposta (personalissima) al quesito che sempre più spesso ronza nella mente di molti neo genitori: è bene o è male continuare a consumare cannabis quando si ha un figlio?
A noi consumatori abituali e appassionati questa domanda sembra un po’ una barzelletta, la cannabis è parte integrante della nostra vita in molte sue forme. È un ottimo modo naturale per rilassarsi, per placare l’ansia, per coadiuvare il sonno e per gestire il lato doloroso di molte patologie (tanto da essere considerato un’alternativa eccellente ai classici antidolorifici). La cannabis la consigliamo a nostra nonna per i dolori articolari e diamo al nostro cane che soffre d’ansia le crocchette al CBD. Abbiamo poi letto e visto testimonianze che proprio grazie a estratti ad alta concentrazione di cannabinoidi hanno potuto ridare un po’ di serenità ai propri figli affetti da patologie gravissime e senza possibilità di cure risolutive (come l’epilessia). In tutto il mondo si sta cambiando opinione sui cannabinoidi tanto che da droga pericolosa stanno diventando un trend naturale, tutto da scoprire tra ambito medico, ricreativo e cosmetico.
Tutte queste belle cose sulla cannabis e poi salta fuori che, almeno secondo una buona fetta di popolazione italiana, quando arrivano i figli e si decide di mettere su famiglia bisogna dire di no a certi vizi, soprattutto alla cannabis… e mettere la testa a posto.
Quello che prima era un sostegno nell’affrontare la vita quotidiana (la scuola, le relazioni, il lavoro…) ora improvvisamente non sarà più adatto a noi, perché siamo genitori.
Senza fare troppa ironia (che in questo momento del discorso ci verrebbe spontanea) ci chiediamo quanto essere padre o madre possa renderci differenti dalla persona che eravamo prima del lieto evento. Se prima la cannabis ci aiutava a mantenere un migliore equilibrio psicologico, se ci serviva per altri motivi di salute o se semplicemente ci rendeva un po’ più felici… non è che improvvisamente questo tipo di aiuto non ci serva più!
Anzi, lo stress del grande cambiamento che determina il crescere della famiglia (e delle responsabilità) dovrebbe essere curato e mai sottovalutato (e sappiamo quanto la cannabis possa aiutare nella gestione dei disturbi d’ansia).
Facciamo un esempio molto pratico: essere genitori è dura, sia per gli uomini che per le donne. Crescere un essere umano da quando è piccolissimo e completamente dipendente da noi fino ad almeno la maggiore età è uno sforzo notevole che per molti anni si dilata fino a spandersi occupando le 24 ore della nostra giornata. La pressione sui genitori è continua e tra impegni e problemi ci si sente spesso stanchi e stressati. E fin qui tutto regolare!
Ogni genitore deve riuscire a far fronte allo stress alla quale è sottoposto trovando delle valvole di sfogo, a qualcuno fa molto bene dedicare tempo allo sport e all’attività fisica, altri provano la meditazione… molti, moltissimi si concedono un bicchiere di vino, la sera quando il piccolo è a letto e ci si può rilassare. Chi si sente di negare a un adulto un buon bicchiere di vino davanti a un film? Eppure l’alcool è una sostanza potenzialmente molto più pericolosa della cannabis: crea dipendenza e anche per la salute può davvero essere letale se si esagera. Sicuramente se un genitore bevesse molto alcool la sua capacità di crescere un figlio potrebbe essere intaccata e si potrebbero innescare comportamenti pericolosi. Sapendo tutto questo però non ci verrebbe mai in mente di condannare il consumo di una birretta o anche più di una, magari durante una pizzata con gli amici o una bella cena di famiglia.
Ecco, se la cannabis non ci faceva male prima della nascita di nostro figlio perché la situazione dovrebbe essere diversa ora? Non è diventata nociva per la nostra salute, non è diventata una sostanza che crea dipendenza, non è diventata una droga pesante capace di snaturare con il primo tiro il nostro comportamento e farci diventare dei mostri con i nostri bambini. La cannabis non è cambiata e in teoria anche noi potremmo rimanere noi stessi per quanto possibile, anche se abbiamo una persona in più alla quale pensare. Proprio come ci gustiamo quel bicchiere di vino, anzi con ancora meno remore, possiamo continuare a concederci il nostro joint e nessuno dovrebbe metterebbe in discussione la nostra capacità di essere brave mamme e bravi papà che decidono in base alla situazione che cosa fa bene e cosa fa male al proprio corpo e al proprio spirito.
E diciamocelo, le canne non cambiano le persone: se uno è un genitore amorevole e attento ai bisogni dei propri figli lo sarà anche dopo essersi fatto un joint, se uno è uno stronzo rimarrà tale e quale… anzi forse ci sono buone possibilità che una buona dose di CBD possa aiutare anche i peggiori esseri umani a rilassarsi e infierire meno sul prossimo.
Che dite? Siete d’accordo con noi?