Cannabis light contro il mondo dello spaccio e della malavita
A livello internazionale sono state fatte tante ipotesi sui potenziali benefici della legalizzazione della cannabis contro la malavita organizzata e i traffici illeciti. Moltissimi stati hanno deciso di procedere con la legalizzazione anche nell’ottica di ostacolare in modo significativo i business illegali, almeno a livello economico.
A causa della legalizzazione solamente parziale avvenuta nel nostro paese, che vede la possibilità di coltura e vendita solamente per la cosiddetta cannabis light, non è altrettanto facile fare stime tutte italiane sui guadagni sottratti alla malavita. Ma un gruppo di ricercatori delle Università di Salerno insieme ad alcuni colleghi dell’Università di York ha appena pubblicato uno studio davvero incoraggiante che cerca di fare una stima il più possibile veritiera su quanto la concorrenza della cannabis legale abbia limitato il fatturato illegale dello spaccio.
Cannabis legale VS cannabis illegale
In cosa differisce la cannabis venduta legalmente da quella illegale? ll prodotto legale, venduto in tantissimi negozi e al quale sono stati dedicati numerosi franchising in tutta Italia consiste in derivati della pianta di cannabis sativa con livello di THC (sostanza psicotropa presente nei cannabinoidi) minore dello 0,2% con tolleranza massima 0,6% e solitamente un altro dosaggio di CBD (sostanza non psicotropa). Se il livello di THC rimane nei limiti legali e la pianta appartiene a una delle varietà ammesse nel Catalogo Europeo allora la cannabis in questione non può essere considerata una droga o una sostanza stupefacente ma è ha tutti gli effetti cannabis light (ovvero legale).
Cosa spinge gli acquirenti a spostarsi sul business legale
Ovviamente il vantaggio primario di rivolgersi al mercato legale consiste nell’evitare qualsiasi ripercussione legale e al tempo stesso non dover avere rapporti con malavitosi/spacciatori. Per quanto riguarda le caratteristiche del prodotto chi cerca un contenuto efficiente per ottenere benefici rilassanti e antinfiammatori può essere attirato dall’alta concentrazione di CBD della cannabis light e rassicurato dalla bassissima percentuale di THC che garantisce un consumo sicuro e privo di effetti psicotropi (il cosiddetto sballo da cannabis). Ovviamente chi è alla ricerca degli effetti stupefacenti della cannabis non apprezzerà invece questo risvolto del prodotto legalmente venduto.
Lo studio scientifico su cannabis light e malavita
Tre ricercatori italiani hanno provato a definire le perdite che il mercato della cannabis light ha causato al mercato illegale della spaccio in un interessantissimo studio del sistema della cannabis in Italia, il primo (ma scommettiamo che non sarà l’ultimo) su questo tema. Gli studiosi Vincenzo Carrieri e Francesco Principe, del dipartimenti di Scienze Economiche e Statistiche dell’Università di Salerno insieme al collega Leonardo Madio, dell’Università inglese di York, hanno incrociato i dati forniti dalle forze dell’ordine sui sequestri di prodotti illegali da base di cannabis con quelli delle vendite dei negozi di cannabis light a partire dal dicembre 2016, mese di entrata in vigore della cannabis legale, fino al mese di marzo 2018. Sono state prese in considerazione molte varianti e analizzati i dati a livello provinciale.
I danni per il mercato illegale
Nonostante la cannabis light sia (come la definiscono gli stessi ricercatori) un “sostituto imperfetto” della cannabis illegale (proprio per caratteristiche intrinsecamente differenti dalla versione psicoattiva) la parziale legalizzazione italiana è riuscita a diminuire il giro d’affari dello spaccio illegale di cannabis dell’11% – 12%, e dello spaccio di hashish dell’8%. I risultati economici delle analisi di mercato su 106 province esaminate suggeriscono che i ricavi perduti dalle organizzazioni criminali ammontano a circa 200 milioni di euro all’anno. Sempre per parlare di dati, lo studio suggerisce che per ogni negozio legale di cannabis aperto dal 2016 sia corrisposto un calo di sequestri di cannabis illegale pari a 6,5 chili annuali.
Una speranza per un futuro di totale legalità
I numeri secondo i ricercatori potrebbero essere notevolmente maggiori (con un danno ancora più efficace al mercato illegale) perché la marijuana sequestrata dalle autorità rappresenta solo una piccola parte di quella effettivamente presente sul mercato italiano. Questo studio che sostiene un forte risultato di sostituzione di un prodotto illegale con uno a tutti gli effetti legale (anche se parzialmente diverso) portando davvero a pensare al gravissimo danno che potrebbe risultare per il mercato illegale in caso di una completa accettazione della cannabis light e di una ulteriore espansione del business legale. Se poi la legalizzazione fosse totale e definitiva il mercato nero della cannabis vivrebbe ovviamente una crisi definitiva, ma questa è un’altra storia… che speriamo un giorno o l’altro di potervi raccontare.
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