Coltivare Cannabis Light

Come curare le radici delle vostre piante di Cannabis

Quando si coltiva una pianta di cannabis è necessario occuparsi di lei nella sua interezza, partendo dalle cime e finendo alle radici. Se le parti vegetali più in vista ci saltano subito all’occhio è vero che quelle più nascoste possono sfuggire ad un controllo giornaliero superficiale. Le radici invece sono una delle aree più delicate e allo stesso tempo importanti per avere una pianta sana e produttiva.

Volete assicurare la migliore cura alle vostre radici?

Ecco qualche prezioso consiglio giunto direttamente dai nostri growers.

Soprattutto chi coltiva al suolo potrebbe trascurare un attento controllo delle radici e trovarsi a scoprire un problema di malassorbimento o di eccessiva umidità quando ormai la situazione è insalvabile. Uno degli aspetti più difficili da gestire della coltivazione a livello domestico è certamente la cura delle radici che deve essere fatta tenendo ben presente vari parametri come distribuzione dell’apparato radicale, gestione di scambi d’aria, dell’umidità, del ph dell’acqua e protezione (anche di questa parte dell’apparato vegetale) da malattie come funghi e parassitosi. Ricordate sempre che radici sane significano piante forti e soprattutto una buona produzione di infiorescenze che (se ben nutrite in crescita) saranno ricche di terpeni e cannabinoidi come THC e CBD; quindi leggete bene come preservare e incentivare il buon funzionamento e la sopravvivenza di questa parte troppo sottovalutata della pianta.

Struttura dell’apparato radicale (consigli per evitare l’aggrovigliamento delle radici)

La struttura delle radici e il loro modo di distribuirsi nel terreno è molto importante per assicurare l’assorbimento corretto e la giusta distribuzione a tutta la pianta dei nutrienti. Più la pianta cresce e più ci si aspetta di trovare una rete di radici vasta e forte a sostegno del fusto, dei rami e delle nostre preziose cime. Solitamente l’apparato radicale non è prolifico quando non riesce a assorbire acqua e nutrienti perchè si trova ad essere contenuto in uno spazio troppo angusto, in pratica se il volume di terreno disponibile è troppo piccolo ci si ritrova ad avere radici molto aggrovigliate e arrotolate su sé stesse. Se vedete che la vostra piantina sta soffrendo di carenze nutrizionali o non gode di un aspetto salutare osservate le radici, provvedete a rimuovere il grosso del groviglio e pensate ad un travaso in ambiente più spazioso, in questo modo le parti sotterranee della pianta avranno più spazio vitale ed essa riprenderà vigore. Se poi volete essere davvero furbi ricordate che prevenire è sempre meglio che curare, quindi pianificate diversi travasi seguendo la crescita delle radici per far sì che la vostra cannabis abbia sempre il giusto spazio per crescere.

Gestione dell’umidità e ricircolo d’aria sotterraneo

Un fattore ambientale importantissimo e dall’equilibrio precario nel sistema di crescita della marijuana è senza dubbio l’umidità. Le piante necessitano acqua per crescere ma allo stesso tempo se vengono irrigate eccessivamente le radici possono marcire o possono essere maggiormente soggette a sviluppo di patologie e aggressioni esterne. Come abbiamo sottolineato in questo articolo sui segreti della germinazione, il trucco per mantenere una corretta irrigazione è evitare in ogni caso i ristagni e facilitare il ricircolo d’aria, per farlo è importante che le colture indoor vengano fatte all’interno di vasi o vasche dotate di un efficace sistema areante ma anche che il terriccio si di ottima qualità. Un mezzo per garantire il passaggio d’aria e migliorare la gestione dell’umidità è sicuramente coltivare in un substrato di fibra di cocco.

Perché le radici di cannabis diventano marroni

Il colore delle radici di cannabis sane di un bel bianco lucente. Chi coltiva in idroponica e ha sempre questa parte della pianta sott’occhio sa che vedere le radici virare colore e diventare rosse o marroni non è mai un buon segno. Sia per le colture classiche al suolo che per quelle più moderne il cambiamento di tono dell’apparato radicale può essere indice di livelli di nutrienti sballati, di marciume e produzione di batteri o sviluppo di funghi. Spesso queste ultime problematiche vengono accompagnate anche da un odore di marcio che far scattare una motivatissima paura nel coltivatore prudente. Il marciume radicale può riguardare sia le piante coltivate indoor che quelle outdoor. Spesso è correlato a un drenaggio poco efficace e da ristagni di liquidi che portano allo sviluppo nel terreno di funghi e batteri nocivi. In questi casi è necessario bonificare l’intero sistema, adottare soluzioni alternative per assicurare aria e un’irrigazione più sana per le radici.

L’importanza della giusta temperatura per lo sviluppo delle radici

Le radici di cannabis devono essere preservate dagli eccessivi sbalzi termici, soprattutto quando la pianta è ancora giovane. L’ideale sarebbe una temperatura costante di circa 22ºC, situazione ideale per garantire la crescita del germoglio. Molto spesso chi coltiva a terra outdoor trova facilmente queste condizioni rispettando le tempistiche relative alla propria latitudine, mentre chi coltiva in vaso outdoor ha una protezione molto minore agli sbalzi termici, ovvero quando c’è molto sole il vaso si riscalderà facilmente mentre un vento freddo che arriva da nord potrebbe in poco tempo raffreddare troppo il sistema sotterraneo protetto solo da sottili pareti del vostro contenitore. Un buon trucco è quello di usare vasi sempre un po’ più grandi del necessario e piantare al centro il vostro seme e magari sceglierli bianchi o color terracotta (perchè si riscaldino meno con i raggi solari). Il nero è un colore assolutamente sconsigliato! Se poi le condizioni climatiche si fanno estreme in modo imprevedibile potreste pensare di spostare le vostre colture in vaso in una zona più accogliente

Occhio al pH dell’acqua

Una fluttuazione del pH dell’acqua può essere più letale per le vostre radici di tutte queste cose che abbiamo finora citato. Le colture al suolo anche questa volta sono maggiormente tutelate dalle aggressioni causate da un pH troppo aggressivo ma chi coltiva in vaso o soprattutto all’interno di un sistema idroponico deve eseguire un ciclico monitoraggio dei livelli di pH idrici o si potrebbe trovare con un serio problema di malnutrizione della pianta (le radici di cannabis non riusciranno più ad assorbire i nutrienti). Un valore ottimale per le colture idroponiche si aggira attorno al 5,8, ma attenzione allo strumento che utilizzate per il rilevamento… molti coltivatori professionisti consigliano di procurarsene sempre due differenti per evitare che uno strumento difettoso faccia saltare un intero raccolto. Volete essere ancora più tranquilli? Nella fase di germinazione (la più delicata) utilizzate solo acqua in bottiglia per irrigare.

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