Il nostro Ministro dell’Interno nonchè Vicepresidente del Consiglio si è scelto un altro nemico mortale. Evidentemente i profughi e l’Unione Europea ora lo annoiano, o magari chissà aveva semplicemente voglia di qualcosa di nuovo e ha deciso di dirottare tutta la sua rabbia contro i negozi di Cannabis Light e chi ha deciso di investire le proprie risorse in questo business.
La notizia risale all’11 Settembre, quando è stata resa di dominio pubblico una circolare (che potete scaricare da qui) nella quale Matteo Salvini illustra alle forze dell’ordine come rapportarsi con i commercianti che vendono Cannabis Legale. Il documento in questione è datato 31 Luglio 2018, ma la pubblicazione è avvenuta dopo diverse settimane. La prima parola che ci viene in mente alla lettura dello scritto pubblicato dal Ministro è senza dubbio “repressione”. In pratica Salvini comunica alle forze di polizia che con ogni mezzo necessario e attaccandosi a ogni cavillo devono ostacolare questo scempio di business che a lui proprio non piace.
La circolare ribadisce alcune linee guida riguardanti le procedure di controllo da applicare senza alcuna pietà nei confronti dei negozi di cannabis light: controlli a tappeto, zero tolleranza, tutto ciò che è solo dubbiamente lecito deve essere inquisito e condannato.
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Il succo del discorso che Salvini vuole che sia ben chiaro è questo: cercate le infiorescenze vendute con l’illegittimo scopo di essere fumate, scovate quelle che non rientrano tra le 64 varietà tollerate dal Catalogo Europeo e soprattutto tutte quelle che superano il limite dello 0,5 % di THC (nonostante la legge sulla canapa tolleri fino allo 0,6% nelle coltivazioni). Se trovate anche solo l’ombra o il sospetto di un’irregolarità il titolare del negozio si becca una denuncia per spaccio e il prodotto viene sequestrato, ovviamente con tanto di segnalazione dei clienti al Prefetto.
Ci mancava solo che concludesse il tutto con un “al rogo, al rogo”.
La circolare è infarcita con l’elenco di varie operazioni di sequestri di polizia ai danni di molti commercianti di Cannabis Light, esposte come se fossero un trofeo. Peccato che non sia citato come in 9 casi tra i 10 citati, l’autorità giudiziaria abbia poi annullato sistematicamente i sequestri dichiarandoli illegittimi o archiviandoli e restituendo il prodotto ai commercianti.
Ma a quanto pare il Ministro ha deciso che è ora di iniziare a fare sul serio, quindi prende disfa e rigira le normative a proprio piacimento diventando ora anche giurista e legislatore. E questo la dice tutta.
E pensare che fino a qualche anno fa l’oggi convintissimo leader della Lega la pensava diversamente e quando nel 1998 ancora si proclamava leader dei comunisti padani (si, se non lo sapevate già, Salvini, un tempo si definiva comunista) sosteneva la liberalizzazione delle droghe leggere. Ma non dobbiamo andare troppo lontano nel tempo perché solamente una manciata di anni fa, durante un’intervista in un programma televisivo sul canale La7, il politico si esprimeva come possibilista sulla legalizzazione delle droghe leggere.
Gli effetti della circolare (parole parole parole…)
Lo avrete capito, abbiamo un Ministro degli Interni che non nasconde le sue manie e il suo puntiglio. Prima se la prende con uno e poi con l’altro senza preoccuparsi che la legge non sia a sostegno della sua tesi. Può scrivere tutte le circolari che vuole che poi, alla fine, il risultato non cambia. I negozi di cannabis light continuano il loro lavoro ovviamente senza ostacoli, visto che nessuna legge reale impedisce loro di far crescere e prosperare le proprie attività. L’ennesimo tentativo di spaventare gli operatori non è stato efficace nemmeno questa volta, e poi si sà… can che abbaia non morde e a furia di sgolarsi Salvini si farà giusto venire un bel mal di gola.
Ci piacerebbe consigliargli il miele alla cannabis, dall’ottimo potere lenitivo e antinfiammatorio, ma siamo quasi certi che non lo considererebbe un’offerta di pace.