Nello stato del Maine (USA) la marijuana a scopo ricreativo è stata legalizzata già nel 2016, ma non esiste tuttora un sistema di compravendita legale ufficiale: l’impegno è quello di riuscire a istituirlo entro la primavera del 2020.
Tuttavia, gli imprenditori e gli operatori del settore della canapa medica non sono del tutto entusiasti di questa iniziativa, in quanto esiste un alto rischio che i piccoli produttori locali vengano “schiacciati” dalle grandi società leader nel mondo della cannabis.
A fine aprile 2019, l’Ufficio delle Politiche sulla Marijuana ha rilasciato un documento di 74 pagine che illustra il progetto con il quale si intende strutturare e regolamentare il commercio della cannabis: per la prima volta, gli abitanti del Maine hanno potuto “intravedere” come si presenterà il mercato della marijuana legale nel loro stato.
Il direttore Erik Gundersern ha affermato: “L’Ufficio ha lavorato ad un ritmo vertiginoso per portare a termine il lavoro necessario a stabilire il regime normativo che regolerà l’utilizzo ricreativo della marijuana”. L’obiettivo è quello di sottoporre la bozza alla legislatura del Maine entro giugno.
Ma l’Ufficio delle Politiche sulla Marijuana era anche intenzionato a dare tempo al pubblico di visionare e dare la propria opinione sulla bozza del progetto: l’idea era quella di dare ai consumatori, lavoratori e imprenditori la possibilità di aiutare a dare vita al mercato della cannabis nel Maine.
Finora il feedback è stato abbastanza critico: l’accusa ricevuta più di frequente è appunto quella che i piccoli produttori e venditori di cannabis possano venire gravemente penalizzati dalla manovra presentata.
“Se la maggior parte della proposta dovesse passare, i coltivatori e i venditori firmeranno la propria condanna a morte”. Sono queste le dure parole del coltivatore Arleigh Kraus, mentre l’avvocato Hannah King ha avanzato un’altra accusa: i requisiti di licenza proposti richiedono alle imprese di rivelare troppe informazioni sulle proprie attività, penalizzando ancora di più le piccole aziende. “Includere informazioni su accordi operativi e di branding e contratti di gestione rivelerebbe i “segreti commerciali” delle aziende di nicchia”, ha affermato.
L’Ufficio delle Politiche sulla Marijuana rimane fermo sulla propria posizione, sostenendo che il progetto presentato è volto a tutelare la salute pubblica e crea un campo di gioco uniforme per le imprese di tutte le dimensioni. I proprietari di piccole società e gli imprenditori desiderosi di entrare nel mercato della cannabis artigianale, però, sostengono diversamente.
Il 2 giugno scadrà il tempo per i regolatori per cambiare la bozza di progetto, in seguito spetterà ai legislatori del Maine esprimersi a riguardo, entro la fine del mese.
In ogni caso, le vendite non prenderanno il via prima della metà del 2020.